Quando gli agenti si presentarono sul posto, era piena di acqua solfurea, pronta per ospitare i bagnanti desiderosi di refrigerarsi dal caldo torrido.
Il problema è che quella vasca non era mai stata autorizzata, per questo la Polizia Locale l’aveva sequestrata denunciando il custode per abuso edilizio.
In realtà, a realizzarla non era stato il custode anche perché la piscina esiste da vent’anni.
Per questo ieri, mercoledì 24 gennaio, il Tribunale di Tivoli ha dissequestrato la vasca di forma irregolare – 17 metri per 10 per 6 – alla quale il 24 agosto 2023 gli agenti della Polizia Locale di Tivoli avevano applicato i sigilli in via Primo Brega, la strada delle cosiddette polle sorgive del Barco, le sorgenti di acqua solfurea intorno alle quali sono stati realizzati 4 stabilimenti, “Bambù” (oggi Sole Estate Relax”), “Parco Tivoli”, “Eden” e “Albulè” (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Nonostante il parere contrario della Procura di Tivoli, ieri il Giudice per le Indagini Preliminari Chiara Miraglia ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Giorgio Fina, difensore di Josè U. R. M., il 52enne cittadino peruviano residente a Villalba di Guidonia, il custode dell’area denunciato dai vigili urbani.
Nonostante il parere contrario della Procura di Tivoli, ieri il Giudice per le Indagini Preliminari Chiara Miraglia ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Giorgio Fina, difensore di Josè U. R. M., il 52enne cittadino peruviano residente a Guidonia, custode dell’area denunciato dai vigili urbani.
Il Giudice ha preso atto della complessa attività investigativa del legale che attraverso una società specializzata ha reperito le aerofotogrammetrie storiche, in particolare un rilievo fotografico aereo risalente al 18 aprile 2007 dal quale emergerebbe l’esistenza del manufatto considerato abusivo.
Il Gip Chiara Miraglia ha inoltre preso atto dell’annotazione della Polizia Locale trasmessa il 18 gennaio scorso e corredata da documentazione fotografica, dalla quale è verosimile ipotizzare che già dall’aprile del 2003 le opere di realizzazione del manufatto fossero iniziate e completate, con opere di rifinitura, nell’agosto 2004.
“Dagli atti – spiega l’avvocato Giorgio Fina – emerge con assoluta evidenza che il manufatto sequestrato era già realizzato. Risulta dunque evidente non solo l’estraneità del signor Josè U. R. M. ma anche l’avvenuto decorso del termine di prescrizione del reato ipotizzato”.
L’indagine era iniziata a seguito di una segnalazione pervenuta alla Polizia Provinciale circa l’utilizzo delle acque minerali. Così nella mattinata del 24 agosto 2023 gli agenti della Polizia Provinciale e della Polizia Locale di Tivoli avevano effettuato un sopralluogo nell’area accessibile attraverso il cancello d’ingresso allo stabilimento “Albulè”, chiuso a luglio 2023 a seguito di un contenzioso civile tra la proprietà e l’ex gestore.
Gli agenti della Polizia Locale di Tivoli diretti dal Comandante Antonio D’Emilio accertarono la presenza di una vasca ad uso piscina realizzata attraverso lo scavo del terreno con pareti in muratura rifinite ad intonaco grezzo, a forma irregolare, delle dimensioni di circa 17 metri per 5,90 e 10,10 metri, riempita di acqua solfurea utilizzando una pompa sommersa.
L’invaso è in un terreno a destinazione agricola vincolato ed a ridosso del fiume Aniene, intestato ad una società con sede a Roma, dove fino a circa dieci anni fa operava lo stabilimento denominato “La Siesta”.