L’obiettivo dichiarato è che non si spengano i riflettori perché il Diritto alla Salute della popolazione di Tivoli e dei paesi limitrofi viene prima di ogni altra cosa.
Così Sabato 27 gennaio dalle ore 10,30 si terrà il Sit-In in largo San Giovanni davanti allo storico portone del “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, chiuso e sequestrato dalla Procura a seguito del tragico incendio divampato nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 dicembre 2023 costato la vita a tre anziani pazienti.
A promuovere l’iniziativa è il “Comitato per la riapertura dell’Ospedale”, un gruppo di operatori sanitari e cittadini che hanno creato una pagina Facebook con più di mille follower con l’obiettivo di veder riemergere dalle ceneri il nosocomio di via Parrozzani.
Alla manifestazione sono stati invitati tutti i sindaci del Comprensorio e anche Roberto Gualtieri, Sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale.
“A 50 giorni dalla chiusura dell’ospedale i cittadini di Tivoli, Guidonia, della Valle dell’Aniene e del Giovenzano sono ancora costretti a una vera e propria migrazione verso ospedali distanti chilometri e chilometri per avere quello che più gli spetta: il diritto alla Cura, la tutela della salute”, sono le parole di Alessandro Fontana, membro del “Comitato per la riapertura dell’Ospedale”, operatore sanitario al “San Giovanni Evangelista e consigliere comunale del Partito Democratico al Comune di Tivoli.
“Lasciamo ad altri la polemica, anche perché in questo momento non serve a nessuno: la politica non è un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini – prosegue Fontana in una nota al quotidiano on line della Città del Nordest Tiburno.Tv – Aprire l’ospedale di Tivoli è la priorità, abbiamo posto il problema fin da subito e continueremo a porlo finché non si prenderà una decisione utile. Tutti i giorni saremo lì a rivendicare il nostro diritto alla salute.
Un diritto che oggi viene negato soprattutto alle fascia più deboli di questa comunità , perché chi ha agiatezza economica può rivolgersi al privato, chi non ha risorse non può neanche accedere a quei controlli essenziali per prevenire conseguenze più serie.
La nostra mobilitazione questo chiede: riaprire tutto quello che è immediatamente attivabile in una visione di priorità sui reparti di assistenza.
Noi non molleremo .
Non possiamo tollerare di vivere in una condizione di precarietà e di rischio sanitario”.