Gruppo INI: “Avvieremo azione risarcitoria nei confronti di coloro che hanno pretestuosamente utilizzato lo strumento giudiziario”

Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Gruppo INI in questi ultimi anni stanno volgendo a conclusione con una serie di sentenze di assoluzione e archiviazione che certificano, attraverso il pronunciamento dei Tribunali, quanto affermato ripetutamente in questi anni dai vertici del gruppo: aver agito sempre nella trasparenza e nella legalità, mettendo sempre al primo posto la qualità nell’assistenza ai pazienti.

L’unico filone processuale ancora in corso è relativo a presunti illeciti per gli interventi di urologia all’INI Grottaferrata. Nel dibattimento sta emergendo l’insussistenza di qualsivoglia condotta fraudolenta, se è vero che gli stessi testi dell’accusa hanno evidenziato come diversi organi regionali di controllo abbiano diversamente valutato le affermazioni della clinica, nella maggior parte dei casi riconoscendo la validità delle stesse.

Questo ha causato un gravissimo danno, stimabile solo nell’ultimo anno in circa 13 milioni di euro di perdita che solo nel 2024 il Gruppo sta recuperando.

Pertanto i vertici, con il proprio team di legali, comunicano che in conseguenza di quanto sta emergendo nel processo in corso, avvieranno azioni risarcitorie nei confronti dei responsabili di questa situazione.

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Si ricorda che nel gruppo INI, realtà storica della sanità nazionale, lavorano a vario titolo oltre 2000 persone, e che le vicende giudiziarie hanno intaccato l’onorabilità e il prestigio di medici di comprovata professionalità come il Prof. Gaetano Lanzetta e il Dott. Ferdinando De Marco, che nel corso degli anni hanno curato e salvato le vite di migliaia di pazienti.

Gruppo INI ricorda inoltre che, solo nel corso di questo ultimo anno, si sono susseguite le sentenze di archiviazione dalle accuse di peculato per la vicenda giudiziaria che ha riguardato l’oncologia dell’INI Grottaferrata e per la presunta frode sui rimborsi per gli interventi di artrodesi nella struttura di Canistro: per queste vicende non è stato necessario nemmeno il processo per determinare l’innocenza dei vertici dell’INI.

A questo si sommano le pesanti condanne a 6 e 5 anni inflitte al Carabiniere infedele e il sedicente sindacalista per la vicenda relativa al tentativo di ricatto nei confronti della proprietà dell’INI, un disegno criminoso sventato grazie alla coraggiosa denuncia del dott. Cristopher Faroni, presidente del gruppo:

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“Questi attacchi di cui siamo stati vittime – afferma Faroni – si sono tutti sgretolati sotto il peso delle menzogne con cui sono stati costruiti a tavolino. Purtroppo mio padre, scienziato e fondatore del gruppo, mi è stato portato via da questa gentaglia e nessuno me lo ridarà più. Ho fatto il mio dovere di cittadino italiano denunciando senza accettare ricatti. La giustizia esiste, i magistrati sono persone preparatissime e se si ha la forza di resistere, questi delinquenti li mettono in galera. Sono certo comunque che ci sia stata una regia dietro tutto questo. Non so quando, ma li troverò, e gli farò pagare tutto quello hanno tolto in questi anni ai nostri pazienti, ai nostri dipendenti ed alla mia famiglia”.

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