GUIDONIA - Valerio, la passione per il canto e una Maturità da 100 e Lode

Speciale Eccellenze Scolastiche - Il 19enne neo diplomato sogna di diventare giornalista

“Studiare è fondamentale per avere una visione a 360 gradi della società e della storia, abbattere l’ignoranza e analizzare lucidamente la realtà che ci circonda”.

Parola di Valerio Ciarrocchi.

Il 19enne di Guidonia Centro ha appena superato l’Esame di Maturità col massimo dei voti, un 100 e Lode che suggella un percorso di 5 anni al Liceo Linguistico Cambridge presso l’Istituto d’Istruzione Superiore di viale Roma “Majorana-Pisano” a Guidonia.

Inizia con lui la rassegna del quotidiano on line Tiburno.Tv sulle eccellenze scolastiche dei maturati negli Istituti superiori della Città dell’Aria per scoprire progetti e sogni dei nostri adolescenti e ragazzi (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO SULLA MATURITA’).

Figlio di Fabrizio Ciarrocchi, carrozziere, e di Sonia Botticelli, segretaria, Valerio ha ottenuto la Maturità con Lode al termine di un percorso scolastico iniziato con voti altissimi fin dalle elementari, culminato con 10 e Lode alle medie inferiori, migliorando la media anno dopo anno alle superiori.

Eppure, Valerio rivela di non aver mai trascorso pomeriggi interi sui libri, riuscendo invece a coltivare la passione per lo sport e per il canto.

Puntavi al massimo dei voti? Te lo aspettavi?

Provenendo da quattro anni di ottimi risultati sicuramente le mie aspettative verso me stesso erano abbastanza alte. Oltretutto il responso dei miei professori durante l’anno mi ha invogliato ancora di più a puntare in alto e, a quanto pare, l’impegno ha ripagato.

Se ti fossi diplomato con un voto inferiore?

Diplomarsi con un voto inferiore alle aspettative può essere deludente, ma è importante ricordare che un singolo risultato non definisce il proprio valore o il proprio futuro: sarei stato comunque orgoglioso del mio percorso che mi ha portato tante soddisfazioni in cinque anni.

Ti sentivi abbastanza preparato per questo esame finale? Avevi ansia o eri tranquillo?

È normale provare un po’ di ansia per l’esame, dato che è un momento importante nella vita di ogni studente. Tuttavia, la consapevolezza di avere studiato con costanza mi ha dato la giusta sicurezza di sedermi (sia agli scritti che all’orale) con tranquillità nel sapere che le basi per fare un ottimo esame c’erano.

Il tuo percorso di studi ti ha preparato a questo esame finale oppure avresti preferito che fosse diverso?

Se sì, come?

Tra alti e bassi, il merito è gran parte dei professori che hanno saputo trasmettermi le loro conoscenze in maniera appassionante e coinvolgente.

Come è andato questo esame e quale traccia hai scelto?

Nella prova di italiano, ho scelto la traccia A2 su Pirandello. Una traccia abbastanza articolata a livello di tematiche che, però, mi ha dato tanti spunti di riflessioni e di collegamenti interdisciplinari grazie ai quali ho ottenuto un ottimo risultato.

In particolare ho apprezzato poter attualizzare la tematica nella società di oggi su come il progresso abbia portato all’alienazione di tante persone, soprattutto i giovani.

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Cosa pensi della modalità d’esame?

L’esame di maturità ha i suoi punti di forza e le sue criticità. Se da un lato gli studenti devono dimostrare abilità di gestione del tempo, di organizzazione e di studio autonomo, (tutte competenze fondamentali per il futuro universitario e professionale), dall’altro lato l’ansia e lo stress potrebbero giocare brutti scherzi nel momento decisivo del percorso.

Infatti, l’esame valuta lo studente in un breve lasso di tempo paragonato all’intero percorso, il che può non sempre riflettere accuratamente le sue capacità.

Per ottenere risultati simili, quante ore dedichi allo studio?

Diversamente da ciò che sento dai miei compagni, non dedico interi pomeriggi allo studio come si potrebbe pensare. La maggior parte del lavoro, infatti, avviene a scuola ascoltando attentamente le lezioni e prendendo appunti. In questo modo, lo studio a casa sarà già un ripasso di ciò che si è fatto in classe.

Come riesci a conciliare studio e vita sociale?

Come ho detto, dedicando solo qualche ora ogni pomeriggio allo studio, sono riuscito a vivermi bene gli anni da liceale conciliando lo studio e le uscite con gli amici. Credo che tutto dipenda dalla capacità organizzativa di ognuno di noi.

Quali sono i tuoi hobby e interessi?

Sin da piccolo le mie più grandi passioni sono il cinema e la musica. Crescendo mi sono creato un bagaglio culturale coltivando queste passioni che sono sicuro torneranno utili in un futuro lavorativo.

Nel tempo libero prendo lezioni di canto, mi alleno in sala pesi e ogni settimana vado al cinema con la mia migliore amica, Viola.

Hai scelto l’università? Se sì, quale facoltà? Se no, cosa farai dopo?

Visti i miei interessi, la facoltà che ho deciso di prendere è “Letteratura, Musica e Spettacolo” alla Sapienza.

Ho fatto questa scelta perché credo possa offrirmi una ricca conoscenza pluridisciplinare riguardante i campi che più mi interessano, in particolare sul mondo dello spettacolo che mi affascina sin da bambino.

Cosa sogni di fare da grande?

Non so ancora esattamente quale lavoro vorrò fare da grande, ma un’idea sarebbe diventare giornalista cinematografico occupandomi di critica dei film, interviste agli attori e inviato ai festival cinematografici più importanti.

Vorresti rimanere in Italia o andare all’estero?

Il mio sogno è trasferirmi a Londra, la mia città del cuore. L’idea sarebbe quella di concludere la triennale qui in Italia e poi andarmene all’estero per specializzarmi in vista della carriera lavorativa.

Secondo te il merito è premiato in Italia?

In Italia, il merito è riconosciuto e premiato in vari settori, per esempio attraverso le borse di studio nell’ambiente scolastico. Tuttavia, finito il percorso accademico, non sempre chi ha raggiunto certi risultati ottiene lo stesso successo nel mondo lavorativo.

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Si dovrebbe, invece, premiare chi ha costantemente dimostrato impegno.

Un tempo gli studenti con una media alta venivano chiamati secchioni e oggi nerd. Sei mai stato chiamato così? Ti senti un secchione e quale valenza dai al termine?

Tradizionalmente, essere chiamati “secchione” o “nerd” poteva avere una connotazione negativa, associata a un’eccessiva dedizione allo studio e a una mancanza di vita sociale.

Tuttavia, negli ultimi anni, la percezione di questi termini è cambiata, spesso assumendo una connotazione più positiva.

Spesso sono stato chiamato così dai miei compagni o amici ma sempre con un tono scherzoso, senza l’obiettivo di offendermi, proprio per mettere in risalto le mie capacità.

Quanto è importante studiare? E perché?

Studiare è fondamentale per avere una visione a 360° della società e della storia, abbattere l’ignoranza e analizzare lucidamente la realtà che ci circonda.

La parte più bella dello studio è l’apertura mentale che si acquisisce, dato che una mente aperta consente di affrontare meglio qualunque situazione nella vita, positiva o negativa che sia.

Sei sui social? Se sì, quanto tempo li usi?

Uso i social più o meno da quando sono alle medie, sopratutto Instagram. Non sono mai stato un ragazzo troppo attivo sui social riguardo al mostrare tutto ciò che faccio ma, al contrario, lo utilizzo per restare in contatto con diversi amici e per leggere le ultime notizie sugli argomenti che più mi interessano.

Cosa ti rimane di più di questi anni di liceo? C’è un episodio o un professore che ricorderai e perché?

Di questi anni di liceo mi rimarrà sicuramente la crescita personale acquisita nel corso di cinque anni, grazie alle esperienze vissute con i miei compagni e al supporto dei professori.

Tutti, chi più chi meno, hanno saputo valorizzare le competenze di noi studenti portandoci ad ottenere all’esame finale ottimi risultati.

Dalla chiusura improvvisa dovuta al COVID al ritorno in presenza, dalla risate tra i banchi fino agli scherzi verso i prof durante tutti gli anni: sono piccoli ricordi che rimaranno per sempre.

Secondo un luogo comune diffuso sui social, non è detto che il diplomato col massimo dei voti si realizzi nella vita più di uno studente medio. Cosa ne pensi?

Se ottenere voti alti è certamente un indicatore di impegno e capacità, penso che non sia l’unico fattore determinante per il successo nella vita. Motivazione personale, passione, reti di contatti, opportunità e un buon equilibrio tra vita lavorativa e personale sono tutti elementi cruciali.

Il successo dipende da molti fattori ed è soggettivo, e non può essere misurato esclusivamente attraverso il rendimento scolastico.

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