GUIDONIA – Addio Bruno Mincione, ha affrontato la disabilità col sorriso

Nel 2011 la meningite gli lesionò il midollo spinale, divenne atleta di hand bike e sfidò Alex Zanardi

A Guidonia lo conoscevano tutti per il suo impegno nella politica e nel volontariato.

Guidoniano doc, ex Presidente dell’Azione Cattolica, membro del Gruppo Scout Masci e del Comitato per il Carnevale, ex Presidente della prima Circoscrizione, negli anni 90 consigliere comunale dei Verdi, nel 2017 di nuovo candidato al Consiglio comunale.

Bruno Mincione in sella alla sua bici a tre ruote sulla quale era costretto dal 2011

Bruno Mincione, il capostazione dello scalo ferroviaria “Guidonia Montecelio Sant’Angelo”, si è spento sabato 6 luglio all’età di 77 anni.

Con lui se ne va una figura storica del Centro cittadino, ma soprattutto un uomo che non si è mai arreso alla malattia.

Un’altra immagine di Bruno Mincione, ex capostazione di Guidonia

Nel 2011 Bruno perse l’amata moglie Ausilia e la meningite gli provocò una lesione al midollo spinale e una sintomatologia sclerotica.

Sopra, Bruno Mincione durante una gara di hand bike. Sotto insieme al campione Alex Zanardi

Eppure, l’ex capostazione trovò nella sua disabilità grinta e forza di volontà tali da trasformarlo in un atleta di hand bike capace di partecipare a due maratone di Roma e di gareggiare fianco fianco col campione Alex Zanardi.

Da allora Bruno Mincione non passava inosservato per le strade del Centro cittadino in sella a una bici a tre ruote acquistata nel 2018, una di quelle senza pedali e senza motore elettrico, marcianti soltanto con la forza delle braccia.

Un mezzo prezioso per un uomo come Bruno, la storia del quale finì alla ribalta della cronaca sabato mattina 26 giugno 2021, quando qualche balordo si intrufolò nell’androne della sua villetta in via Enrico Pezzi, una traversa della centralissima viale Roma, e rubò la sua fedele bicicletta a tre ruote (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Il caso sollevò l’indignazione popolare a tal punto da far pentire gli stessi ladri che nel giro di 48 ore riportarono la bici di Bruno davanti alla palazzina di via Pezzi avvertendolo al citofono “la bicicletta, la bicicletta’, prima di dileguarsi a tutta velocità.

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IL RICORDO DEL MASCI GUIDONIA DUE

Bruno Mincione insieme agli Scout del Gruppo Masci Guidonia Due

“Caro Bruno anche te come il “Capo” hai fatto dello scoutismo il tuo stile di vita, grazie per la strada fatta insieme e per aver arricchito di esperienza e gioia la nostra comunità.

Ci hai lasciato un grande esempio, sorridere anche nelle difficoltà. Buona Strada Fratello.

La tua comunità”.

IL RICORDO DELL’AMICO ALFONSO MASINI, CONSIGLIERE COMUNALE

“Bruno degli ultimi tempi, quello che abbiamo ammirato di più perché non si è fatto abbattere dalla duplice malasorte della malattia e della morte della amata Ausilia.

Ma tutti noi ricordiamo anche il Bruno straordinariamente attivo e produttivo in tutti i campi in cui si era cimentato: il suo lavoro alle Ferrovie, la politica, l’associazionismo, lo sport.

Ultimamente non veniva più alle cene che periodicamente facciamo con gli amici Guidoniani, troppo faticoso.

Ma quando stava bene era la nostra punta di diamante, capace di prendere il treno e arrivare fino a Napoli per riportarci squisite sfogliatelle fresche.

Caro Bruno, la nostra compagnia, ecumenica e sovrordinata a qualsiasi posizione politica ha perso un grande amico.

Ma mi piace pensare che da qualche parte stiate ricomponendo un bel gruppo, con Antonio Muratore, Pino Treppiccione, Paolo Bufalieri, Antonio Di Mauro…aspettateci, prima o poi arriveremo anche noi e ci riabbracceremo”.

IL RICORDO DELL’AMICO EUSEBIO CICCOTTI, PRESIDE DEL LICEO “MAJORANA”

“Bruno Mincione, lo ricordo agile, scattante, sempre con il sorriso che gli accarezzava le labbra.

Lo vedo, sulla banchina della stazione di Guidonia, prima che venisse ribattezzata (giustamente “Guidonia Montecelio Sant’Angelo”), come un ufficiale che passa in rassegna i suoi amati treni.

Con il berretto da capostazione, recante una fascetta rossa di due centimetri, la paletta, agilmente spostata da una mano all’altra, per poi dare il segnale con quella indicata dal regolamento.

Pronto, Bruno, a rispondere a tutte le nostre interminabili domande sui ritardi dei treni, su quelli soppressi, sul “merci” che “incrociava” il “passeggeri”, e quindi c’era a un po’ di ritardo. In quegli anni avevamo gli “accelerati”, i “diretti”, i “direttissimi” e i “rapidi”.

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Lui sapeva tutti gli orari a memoria. Da Roma a Pescara e viceversa. Era proprio bello, Bruno, in uniforme: era il Gregory Peck della nostra stazione ferroviaria. Quegli anni che ho frequentato La Sapienza prima come studente e poi come assistente universitario, il treno era il mio amico di viaggio, in quel lento scorcio di fine millennio.

E ad accompagnare me, e tanti altri giovani universitari, con lo sguardo attento, sugli alti scalini dei vecchi convogli, sui quali salivamo agilmente, c’era Bruno. Ritto sulla banchina che limitava il primo binario.

Egli attendeva non solo noi, ma anche gli anziani e i nipotini, o le donne incinte, dalla falcata ridotta, o i claudicanti. Attendeva, pian piano, che ognuno guadagnasse il piano sicuro del vagone.

Dopo la chiusura dello sportellone, solo allora, attraverso il vetro lo scorgevi portare con gesto sicuro il fischietto alle labbra. Bruno, poi, lo abbiamo visto, successivamente, nei momenti difficili della vita.

Quei momenti che tutti noi dobbiamo affrontare, prima o poi. Lì ha dimostrato una immensa dignità.

Una lezione di umiltà per tutti noi che lo incontravamo a passeggio o messa- Quel suo sorriso cristallino, la sua gioia di conversare, l’attenzione nel farti i complimenti, non sono mai mancati.

Ricordo una foto di un paio di anni fa, con tutti gli scout della parrocchia del Sacro Cuore, con Don Patrick, il nostro simpatico sacerdote congolese, che la professoressa Tiziana Terzulli, mi ha postato.

Fu un bel pomeriggio, con tanti giovani e meno giovani, incluso chi scrive.

Bruno è fra noi, sereno e sorridente. Sempre pronto a ringraziare Gesù per i doni che ogni giorno ci dà.

Gratuitamente.

Bruno ieri è salito sul suo ultimo treno.

Un treno che non fa nessuna sosta, ossia non si ferma in Purgatorio. Il treno che Gesù ha riservato per il nostro Bruno, il nostro Gregor Peck, è un rapido: Guidonia-Paradiso”.

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