GUIDONIA – Far West in via Tiburtina, parla l’autrice della foto choc

"Io e mia figlia di 7 anni segregate in auto, mentre fuori c'era l'inferno"

“Villalba non è una discarica, noi villalbesi vogliamo tornare a vivere in tranquillità”.

E in sintesi l’appello inviato oggi pomeriggio, domenica 28 luglio, al sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo da Francesca De Flaviis, 44 anni, parrucchiera e titolare di un salone di bellezza.

Francesca è la donna che ieri sera è rimasta intrappolata in auto insieme alla figlia di 7 anni terrorizzata sulla Tiburtina, davanti a piazza della Repubblica, mentre gruppi di diverse etnie facevano la guerriglia lanciando bottiglie e cassonetti della spazzatura (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

E’ stata proprio Francesca a scattare la foto che ha fatto il giro del web e che immortala i bidoni intralciare le due corsie della via Tiburtina.

Sempre lei ad allertare le forze dell’ordine ieri sera e a sollecitare un intervento del sindaco Lombardo oggi pomeriggio.

“Sono stati i 7 minuti più lunghi della mia vita – inizia raccontare a Tiburno.Tv Francesca De Flaviis – Per più di 7 minuti, disperata, ho chiamato il 112 senza avere nessuna risposta mentre fuori era uno scenario apocalittico”.

Francesca racconta che verso le ore 20 rincasava insieme alla sua bambina, quando sulla Tiburtina ha trovato il traffico bloccato.

“Stranissimo per quell’ora – prosegue la parrucchiera – non capivo cosa fosse successo. Poi mi sono voltata verso piazza della Repubblica e ho visto un centinaio di stranieri che se le davano di santa ragione, erano talmente tanti che hanno bloccato l’accesso e l’uscita da Villalba mentre un un gruppo ha bloccato la Tiburtina coi cassonetti”.

“Volava di tutto, per cui nessuno scendeva dalle auto – sottolinea Francesca – in strada c’erano alcuni uomini pieni di sangue, altri con le bottiglie bottiglie in mano.

Mia figlia piangeva e voleva il padre, io ero nel panico e ho alzato la musica per non far sentire alla bambina. Quindi ho chiamato il 112, sono stata 7 minuti in attesa senza ricevere risposta.

Alla fine per la disperazione ho chiamato il 118 che mi ha passato la Polizia Locale: l’operatore mi ha quasi snobbato dicendomi: “Manderemo una volante”.

Al che ho risposto: “Qui sono un centinaio e c’è uno scenario di guerra”.

Gli unici ad intervenire sono stati i gestori del bar che hanno rimosso i cassonetti dalla strada, per cui si è aperto un varco e sono riuscita a passare.

In quel momento ho pensato soltanto a mettere in salvo mia figlia, perché mi sono detta: se sono armati è finita”.

La guerriglia urbana di ieri non è stata la prima e, probabilmente, non sarà nemmeno l’ultima. Una consapevolezza che preoccupa molto Francesca De Flaviis.

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“Non so per cosa ieri sera stavano litigando, ma so che sta succedendo sempre più spesso – puntualizza la parrucchiera – A Villalba la sera non si può più uscire, soprattutto in piazza della Repubblica, il luogo centrale del quartiere.

Ci sono stranieri nudi sdraiati sulle panchine, altri che invadono Corso Italia, tutti ubriachi o con le bottiglie in mano.

In questo quartiere le forze dell’ordine non passano, sembra la terra dimenticata da Dio: si sparano liberamente, si accoltellano liberamente, senza che nessuno gli dica niente.

D’estate non puoi andare a prendere il gelato coi bambini, dalle 20 in poi ti devi soltanto chiudere in casa perché in strada ci sono solo loro, e non le dico in quali condizioni.

Questa è Villalba, tutta la spazzatura è qui e non capisco per quale oscuro motivo”.

“Io ci metto la faccia – si sfoga ancora Francesca De Flaviis – ma il sindaco deve ascoltare: dove stanno i vigili urbani? Dove stanno i controlli?

Possibile che nessuno veda i locali commerciali lungo Corso Italia affittati ad africani, dediti a bere vino e birre e a fare un macello?

Senza contare gli appartamenti affittati in nero, possibile che i controlli vengano fatti soltanto a chi è in regola? Possibile che con gli abusivi si chiudano gli occhi?

Perché le frutterie di egiziani o bengalesi vendono alcol di notte? Perché la civiltà viene chiesta soltanto a chi paga le tasse?

E’ questo il messaggio che mandiamo ai nostri figli? Mio figlio mi chiede: “Perché non posso uscire la sera? Perché gli altri bambini giocano a pallone e vanno in bici sotto casa?”.

Io gli rispondo che i bambini giocano a pallone e vanno in bici in un altro paese, non a Villalba.

A Villalba una famiglia normale non ci viene.

E allora mi chiedo, se io non posso vendere né affittare perché devo pagare le tasse? A questo punto, io non pago nulla”.

Francesca De Flavii rivela di aver inviato un messaggio sul profilo Facebook personale del sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo.

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“Vorrei che da domani possa sguinzagliare i vigili urbani casa per casa a Villalba – aggiunge la 44enne parrucchiera – Chi non ha il permesso di soggiorno, deve andare via. I negozi senza licenze, devono chiudere.

Sindaco, organizzi un blitz: l’Esercito non ci serve, ci serve che lei faccia il suo lavoro.

E’ stato bello il Social Tour e l’isola pedonale a Guidonia Centro è utile, ma a Villalba c’è un’urgenza in questo momento, prima che ci scappi il morto.

In quel caso, la colpa sarà di chi non ha fatto niente: ieri sera avrei potuto essere io, poteva essere mia figlia o il figlio di un altro.

Cosa stiamo aspettando? Se devo aspettare che uno mi infili un coltello in pancia, lo faccio prima io: a morire da coniglio non ci sto.

Io lavoro per pagare le tasse, ma quello che si dice in giro di Villalba e di Guidonia in generale non fa altro che toglierci ulteriore lavoro perché da Roma qui nessuno ci vuole venire”.

“Sindaco Mauro Lombardo – conclude l’appello Francesca De Flaviis – le ho scritto in privato con tanta cordialità ma non ho ottenuto nessuna risposta!

Villalba fa parte del Comune di Guidonia Montecelio, non è una discarica, non è un Centro sociale, noi villalbesi vogliamo tornare a vivere in tranquillità nella nostra città!

Prenda provvedimenti, la situazione vi è leggermente sfuggita di mano! Villalba non è meno di Guidonia!”.

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