TIVOLI – Ladro nel convento delle suore, rubati i soldi per i libri degli alunni

La superiora sorprende il malvivente e lui risponde: “Sono un carabiniere”

Quando la superiora lo ha incrociato lungo il corridoio buio con la torcia in mano e gli ha chiesto chi fosse, lui non ha battuto ciglio.

“Sono un carabiniere”, ha risposto dileguandosi dalla finestra.

Così nella serata di ieri, lunedì 11 novembre, un topo d’appartamento ha svaligiato le stanze del convento delle Suore di San Francesco di Sales in via Marcotulli, a Campolimpido, quartiere alla periferia di Tivoli.

Il bottino è di circa 300 euro, soldi necessari per l’acquisto dei libri didattici per gli alunni della Scuola Materna gestita dalle suore al piano terra di via Marcotulli.

L’ingresso del convento e della scuola materna delle Suore di San Francesco di Sales a Campolimpido

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line Tiburno.Tv, il ladro è entrato in azione verso le 19,15. In quel momento la Madre superiora, Suor Manuela, e le altre due monache erano a cena nel salone al primo piano interamente riservato alle religiose.

A destra, la casetta dei bambini attraverso la quale il ladro ha raggiunto la cappottina per forzare la finestra

Nel frattempo il malvivente ha scavalcato la recinzione del plesso, ha raggiunto il retro del cortile e, arrampicandosi su una casetta-giocattolo dei bambini, come un gatto ha raggiunto la cappottina di plastica al primo piano.

A quel punto, con un bastone è riuscito a tenere aperta la serranda e con un cacciavite a forzare le ante della finestra della camera da letto di una suora.

Il balordo ha rovistato nelle stanze delle tre religiose, frugando in cassetti, armadi, borse e scatole, scoprendo i 300 euro nella camera della Madre superiora.

Una panoramica del convento e della scuola materna delle Suore di San Francesco di Sales

E’ stata proprio Suor Manuela a trovarsi faccia a faccia col malvivente.

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“Dopo la cena – racconta la suora al quotidiano Tiburno.Tv – stavamo andando a pregare nella cappellina. Le luci erano spente, sul corridoio ho intravisto la sagoma di un uomo che si faceva luce con una torcia o col cellulare.

Gli ho chiesto chi fosse e lui mi ha risposto in italiano senza inflessioni straniere che era un carabiniere.

A quel punto noi tre ci siamo chiuse a chiave in una stanza e l’uomo è fuggito da dove era entrato”.

Suor Manuela non si è data per vinta.

“Poco dopo – prosegue il racconto la Madre superiora, che da tre anni è presso il convento di Campolimpido di Tivoli – sono scesa in strada, ho incontrato un signore a passeggio col cane e gli ho chiesto se avesse visto persone sospette: mi ha riferito che era appena passata un’auto di colore chiaro a tutto gas condotta da un uomo”.

I furti nei luoghi religiosi di Campolimpido non sono una novità.

Il parroco di Campolimpido don Waldemar Jozef Romejko

Ne sa qualcosa il parroco della chiesa di San Carlo Borromeo a Campolimpido, don Waldemar Jozef Romejko, che negli ultimi dieci anni ha subito ben 5 assalti.

L’ultimo in ordine di tempo domenica mattina 19 luglio 2020 mentre il sacerdote celebrava la messa insieme al suo collaboratore Silvio Morrone, presidente dell’associazione “Amici di Campolimpido”.

La chiesa di San Carlo Borromeo a Campolimpido è stata presa di mira dai ladri per 5 volte

Verso le 10,30 durante l’Eucarestia i due avvertirono alcuni rumori molto forti e al termine della consegna delle ostie, Morrone si precipitò nei locali parrocchiali e sorprese due ragazzi dall’apparente età di 16 e 25 anni che non esitarono a sfondare una porta secondaria per dileguarsi.

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La coppia di malviventi era penetrata in parrocchia attraverso una finestra al piano terra situata sul retro e lasciata aperta per far arieggiare i locali.

A quel punto i ladri rovistarono ovunque, dalle sale del catechismo all’ufficio del parroco ma senza trovare oggetti preziosi da “sgraffignare”, per cui fuggirono a mani vuote.

Erano rom – raccontò Morrone al settimanale Tiburno – almeno a giudicare dal colore della pelle e dall’accento straniero.

Ho cercato di rincorrerli ma si sono dileguati verso Casal Bellini, dopo la celebrazione abbiamo fatto qualche indagine ed è stato confermato che girano su una Smart nera.

La casa di Dio non è più luogo di rispetto e sacro, mi chiedo fino a quando dobbiamo perdonare”.

Si trattava del quinto assalto alla parrocchia di Campolimpido.

Quello più clamoroso fu messo a segno venerdì 12 dicembre 2014 intorno alle 20 nell’appartamento di don Waldemar approfittando della sua assenza. Ignoti forzarono la porta principale della casa canonica, proprio di fianco l’ingresso del luogo di culto, setacciarono sia l’ufficio del parroco che la chiesa senza trovare niente di interessante.

A quel punto salirono le scale e raggiunsero l’appartamento di don Waldemar. Scardinata la porta blindata, i balordi misero a soqquadro ogni stanza, rovistarono armadi e cassetti, spostarono mobili e quadri alla ricerca di una cassaforte inesistente.

Riuscirono a razziare contanti e oggetti preziosi, tra cui un ostensorio – l’arredo sacro per esporre all’adorazione dei fedeli l’ostia consacrata – oltre a regali di amici e doni di fedeli in occasione del 25esimo anniversario di sacerdozio e del cinquantesimo compleanno del parroco.

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