MONTEROTONDO – “Oltre il silenzio”, gli studenti si mobilitano contro la violenza di genere

Al teatro Ramarini le iniziative per la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”

Come posso riconoscere la violenza?”, “Cosa posso fare se ne sono vittima?”, “A chi posso rivolgermi se ho bisogno?”.

A queste e ad altre domande altrettanto significative risponderanno avvocate, psicologhe, rappresentanti delle Forze dell’ordine e operatrici impegnate nel contrasto alla violenza di genere, nel corso dell’incontro pubblico “Oltre il silenzio, fiorire di nuovi colori” di lunedì 25 Novembre dalle ore 9.15, presso il teatro Ramarini, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, a cui parteciperanno 217 ragazze e ragazzi delle Scuole superiori della città.

Proprio ai giovani e alle giovani sono infatti dedicate le attività della giornata di commemorazione, sensibilizzazione e mobilitazione contro la violenza di genere che, come ogni anno, è organizzata dalla “Casa Rifugio” di Monterotondo in collaborazione con l’Amministrazione comunale, con la Fondazione ICM, con la coop BeFree e con l’associazione “La Casa delle Case OdV”.

Gli appuntamenti della giornata proseguono nel pomeriggio (ore 18.00) con lo spettacoloScompaio”, scritto e diretto da Francesca Romana Miceli Picardi, intenso, lucido, commovente ritratto delle ipocrisie di una società basata sull’avere piuttosto che sull’essere.

A seguire il dibattito conclusivo con rappresentanti delle realtà territoriali impegnate direttamente, e quotidianamente, nella lotta contro la violenza di genere: cooperativa BeFree, movimento femminista e transfemminista “Non una di meno – Monterotondo”, associazione “La Casa delle Case OdV” e Servizi sociali del Comune di Monterotondo.

«Abbiamo scelto di dedicare la Giornata del 25 Novembre di quest’anno soprattutto alla sensibilizzazione e alla formazione delle giovani generazioni – dichiara l’assessora alle Pari Opportunità Alessandra Clementini nella consapevolezza di quanto sia importante agire sul piano psicologico, affettivo, relazionale, in definitiva estremamente concreto, per dare intanto risposte immediate a chi potrebbe non avere o non avere ancora strumenti per comprendere dinamiche nocive, quelle che possono portare a conseguenze traumatiche, drammatiche e estreme come i femminicidi, come purtroppo registriamo con sgomento, dolore e rabbia quasi ogni giorno.

E, non secondariamente, per proporre una contro-visione, un approccio alla comprensione del fenomeno della violenza di genere che non può, non deve essere minimizzato o addirittura catalogato in maniera distorta e strumentalizzante.

Ringrazio tutte le realtà che contribuiscono alla migliore realizzazione della Giornata, soprattutto per l’enorme e puntuale impegno quotidiano al fianco delle donne, un impegno che siamo onorati e fermamente motivati a sostenere come Amministrazione comunale e come Comunità cittadina».

«La casa rifugio rappresenta un baluardo nella lotta contro la violenza di genere ed è una delle poche strutture di questo tipo presente nella regione Lazio – aggiunge Anita Cichella, responsabile della Casa Rifugio di Monterotondo – Per noi, è motivo di grande orgoglio offrire un luogo sicuro e accogliente, costruendo insieme alle donne un percorso di fuoriuscita dalla violenza.

Per questo, siamo grate di poter collaborare con il Comune di Monterotondo per realizzare un’intera giornata dedicata a questa causa.

È fondamentale mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che si è ormai configurato come strutturale e diffuso in tutte le classi sociali. Agire è imprescindibile, e lo è attraverso una campagna di sensibilizzazione che promuova un cambiamento socioculturale.

Guardare oltre il presente significa agire oggi, domani e nei giorni a venire, con determinazione e impegno costante».

«Faccio mie – conclude il sindaco Riccardo Varonele parole che Gino Cecchettin, il padre della ragazza uccisa l’anno scorso dal suo ex fidanzato, ha pronunciato qualche giorno fa alla Camera dei deputati, in occasione della presentazione della fondazione che porta il nome di Giulia: “Non possiamo permetterci di essere indifferenti o voltare lo sguardo altrove. La violenza di genere è frutto di un fallimento collettivo… dobbiamo dare voce e sostegno a chi non può più urlare, è il tempo di unire le forze”.

E mi dispiace enormemente che le improvvide parole pronunciate nell’occasione da un esponente del Governo e la completa distorsione della comprensione del fenomeno del femminicidio che queste vorrebbero suggerire, abbia quasi oscurato l’attenzione che invece l’enorme dignità, la profondissima umanità e il luminoso esempio d’amore e generosità del papà di Giulia Cecchettin avrebbe assolutamente meritato.

Dico esempio non a caso: è quello che ogni uomo, per primi i responsabili istituzionali come il sottoscritto, dovrebbero sempre tenere a mente e farsene orientare.

Grazie all’assessora Clementini per l’infaticabile impegno che da anni riserva a questi temi, a tutte le relatrici e a tutti i relatori, alle associazioni e alle realtà che animeranno la giornata del 25 Novembre, ai cittadini e alle cittadine che vorranno partecipare, soprattutto alle ragazze e ai ragazzi a cui la ricorrenza di quest’anno è particolarmente dedicata».

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