TIVOLI - “Mio marito mi mena e mi violenta”, assolto grazie a TikTok

I video e testimoni smontano le accuse della 27enne al 67enne: la Procura aveva chiesto 7 anni e mezzo di galera

La moglie lo aveva descritto come un uomo controllante, aggressivo e perfino violento.

Per questo lui ha trascorso gli ultimi due anni della sua vita agli arresti domiciliari, ma durante il processo è emersa un’altra verità anche grazie ai video postati dalla donna su TikTok in cui appariva tutt’altro che soggiogata dal marito.

Così ieri sera, mercoledì 8 gennaio, il Tribunale di Tivoli ha assolto perché il fatto non sussiste dalle accuse di maltrattamenti e violenza sessuale aggravati C. C., un 67enne italiano di Gallicano nel Lazio.

 
 

Il Collegio presieduto da Sergio Umbriano – a latere i giudici Teresa Antonella Garcea e Matteo Petrolati – ha condiviso la tesi dell’avvocato difensore Alberto Fortino di Roma e respinto la ricostruzione della Procura di Tivoli che aveva richiesto una condanna a sette anni e 6 mesi di reclusione.

L’uomo era finito sotto processo dopo la denuncia presentata il 20 dicembre 2022 ai carabinieri della stazione di Gallicano da parte della presunta vittima, una donna etiope di 27 anni.

Prima ai militari, poi davanti ai magistrati in sede di incidente probatorio, la 27enne raccontò di aver conosciuto a Natale del 2021 C. C., vedovo e padre di due figli, in un negozio di libri e icone religiose ad Addis Abeba dove la donna lavorava.

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Da lì a 4 mesi, nonostante la differenza di età di 40 anni, i due sarebbero diventati marito e moglie, per cui a maggio 2022 la 27enne appena laureata si trasferì in Italia anche con la prospettiva di fare il dottorato a Roma.

Ma dopo 7 mesi di convivenza coniugale, al culmine di un litigo il 18 dicembre 2022 la donna richiese l’intervento dei carabinieri e 48 ore dopo formalizzò denuncia nei confronti del marito per il quale fu emessa dal Tribunale di Tivoli la misura cautelare degli arresti domiciliari col braccialetto elettronico.

D’altronde, la 27enne denunciò di essere stata sottoposta per 7 mesi a continue vessazione psicologiche e fisiche fatte di insulti, minacce di morte, aggressioni e percosse, fino ad essere costretta a compiere e subire atti sessuali sia sotto la minaccia di essere rimandata in Etiopia, sia sotto effetto di sostanze narcotiche.

Un quadro indiziario smontato nel corso del dibattimento attraverso i testi citati dall’avvocato Alberto Fortino che ha prodotto al Collegio anche 17 video postati dalla 27enne su TikTok durante il periodo della convivenza con l’imputato.

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“Il calvario giudiziario del mio assistito – commenta il legale di C. C. – è durato due anni in cui è stato recluso ai domiciliari senza poter lavorare. Finalmente il calvario si è concluso: è stato un processo lungo e complesso, ma l’istruttoria ha fatto emergere la verità”.

“Le dichiarazioni della presunta vittima – prosegue l’avvocato Fortino – sono risultate incongruenti rispetto alle testimonianze rese in aula dai vicini di casa, da conoscenti, familiari e amici di famiglia che hanno invece raccontato di non aver mai assistito a maltrattamenti o violenze, riferendo invece che la donna viveva in un clima di serenità suonando e cantando in casa”.

“La presunta vittima – conclude il legale del 67enne di Gallicano nel Lazio – aveva denunciato di essere anche sottoposta ad un penetrante controllo del cellulare da parte del mio assistito: circostanze incompatibili con la mole di video postati su TikTok e prodotti dal sottoscritto in Tribunale in cui si esibiva felice in vari balletti”.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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