PALOMBARA SABINA – Addio Mirna, maestra d’arte del costume tradizionale

Esperta sarta, cultrice dell’abito da “Cerasara” e del dialetto locale

di Angelo Gomelino e Ilaria Forte

L’intera comunità di Palombara Sabina piange per la scomparsa di una grande donna che ha conquistato i cuori di intere generazioni.

 
 

Mirna Pochetti insieme alle donne in costume del Laboratorio Raffaella D’Angelo

Mirna Pochetti, una delle figure note della tradizione palombarese, se n’è andata, lasciando un vuoto incolmabile.

Mirna si è spenta lunedì scorso a 71 anni affetta da una grave malattia, per la quale i primi giorni di questo nuovo anno aveva chiesto ai suoi di essere ricoverata.

Tanto è stato lo sconcerto per la improvvisa e imprevedibile notizia della morte di Mirna che tante persone amiche e estimatrici martedì le hanno voluto rendere l’estremo saluto nella chiesa di San Biagio ed unirsi al dolore e al cordoglio del marito Marcello, della figlia Elena con il marito Giuseppe, del figlio Andrea con la moglie Giuliana, del fratello Franco, i nipoti e famigliari tutti.

Ad officiare il rito funebre il parroco don Luigi De Angelis, coadiuvato dal vice parroco, don Felipe Garcia Rojo.

Le donne sul sagrato della chiesa di San Biagio con in mano “U fazzolittò”

Nell’omelia, don Luigi, ha tratteggiato con belle parole il ricordo di Mirna, come persona di fede e donna impegnata nel mantenere vive le tradizioni culturali palombaresi.

Commovente l’iniziativa di una rappresentanza di donne che hanno accolto il feretro di Mirna sul sagrato di San Biagio, con in mano “U fazzolittò”, un capo dell’antico costume ottocentesco delle nonne, che Mirna ad ognuna di loro aveva insegnato, negli anni, a realizzare.

E sì perché Mirna, fin da bambina, amava vestirsi da “cerasara” e sfilare per il paese durante la Sagra delle cerase.

Mirna Pochetti e Gina Lucci durante la lavorazione del costume tradizionale

Crescendo negli anni, aveva imparato dalla madre Esterina l’arte sartoriale, e ricorrendo all’aiuto di vecchie sarte, tra cui la quasi novantenne Gina Lucci, tutte anziane pratiche nel cucire l’elaborato costume palombarese, Mirna era diventata una “celebrità” nel campo.

Mirna Pocetti si è spenta lunedì all’età di 71 anni

Una vita intera con in mano ago, filo e forbici: cucire, la sua più grande passione.

Un talento indiscutibile, il suo, che ha impegnato per donare al paese un importante contributo culturale.

Per chi ha avuto la fortuna di conoscerla, infatti, Mirna è stata una maestra d’arte, una figura di riferimento per tutti, stimolante e sempre versatile.

Donna raffinata e garbata, ha sempre mantenuto il suo estro e stile di donna elegante.

Per anni con pazienza e dedizione, ha partecipato a tantissime attività associative, molte delle quali ideate da lei stessa.

L’impegno necessario per portare a termine la preparazione di questi eventi è stato qualcosa di eccezionale.

Mirna Pochetti nel Laboratorio sartoriale

Mirna, con la sua passione per la tradizione, ha dato un importante contributo alla comunità palombarese soprattutto per ciò che concerne la creazione di molti vestiti tradizionali da cerasara (antico costume palombarese).

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Ha insegnato alle giovani e alle meno giovani l’arte per saper cucire questi abiti e le modalità per una corretta vestizione.

Questa del costume palombarese, fin dalla nascita, negli anni venti del secolo scorso, della Festa dei fiori prima e poi della Sagra delle cerase, era diventato un vanto delle giovani palombaresi poter indossare i vecchi costumi delle nozze delle nonne e gareggiare per conseguire l’ambito titolo di “Reginetta delle cerase”.

Una consuetudine però che a partire dagli anni sessanta iniziava ad essere trascurata dalle giovani generazioni, fino a quando nel 1980 su impulso di una estrosa ragazza, la giovane professoressa di matematica Loredana Ippoliti “Loretta”, amante delle tradizioni locali, non ebbe inizio la rinascita di questa bella tradizione e Mirna ne divenne una valida ed appassionata comprimaria, forte della sua capacità sartoriale.

Mirna durante la vestizione delle ragazze in occasione della Sagra delle Cerase

Le due signore, Loretta e Mirna, insieme ad altre diedero vita nel 2005 all’Associazione culturale “ ‘E femmone ‘e Palommara” con lo scopo di dare massima visibilità e rilancio a questa bella ed importante iniziativa con tanto di legale atto costitutivo ed un manuale: “Il costume tradizionale palombarese” che doveva regolamentare, con una descrizione minuziosa dei tessuti da utilizzare, delle varie parti dell’abito, degli accessori ornamentali, il tutto arricchito da disegni specifici.

Da allora fortunatamente questa tradizione dell’antico costume è andata avanti ed ha avuto un’evoluzione positiva con tante ragazze e donne che si sono appassionate, con Mirna come guida sicura di riferimento, considerate le sue capacità sartoriali acquisite nello specifico settore e soprattutto per la rigorosa esecuzione delle tecniche da seguire.

Mirna non è stata solo l’esperta del costume tradizionale, ma negli anni dal 2014 al 2018 è stata l’ideatrice di mostre di successo, con tanto di sfilata dei vestiti delle nonne, indossato dalle nipoti (per chi avesse la curiosità di leggere gli articoli, sito: La Palombella.org — archivio storico – parola chiave: Mirna Pochetti).

Lo scorso anno 2024 all’iniziativa dell’Associazione socio culturale “La Palombella” e l’Associazione di solidarietà “Raffaella D’Angelo”, Mirna ha diretto nella sede di quest’ultima, coadiuvata dall’insegnante in pensione Rita Pochetti, il laboratorio del Costume tradizionale palombarese, al quale hanno partecipato un buon numero di donne interessate alla lodevole iniziativa.

Con i costumi realizzati le partecipanti hanno partecipato alle sfilate nel corso della Sagra.

Quest’anno ha vinto il concorso di Reginetta delle cerase il costume realizzato dalla signora Edra Fabiani e indossato dalla nipote Chiara Bassotti.

Il piatto in ceramica personalizzato donato a Mirna alla Sagra delle Cerase 2022

Nel 2022 in occasione della Sagra delle cerase l’associazione La Palombella ha voluto omaggiare Mirna con un piatto in ceramica personalizzato “Mirna – Palombella ad Honorem” realizzato proprio da Loretta Ippoliti, che negli anni aveva acquisito a Deruta il titolo di Maestra d’Arte.

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Un omaggio artistico personalizzato che da oltre un decennio viene destinato alla Reginetta delle cerase, con il quale la stessa viene nominata La Palombella dell’anno.

Un titolo in ricordo de “La Palombella, l’affettuoso nome che il grande scultore francese Jean-Baptiste Carpeaux volle dare a Barbara Pasquarelli, una giovane palombarese con la quale, a metà dell’ottocento, visse una romantica, ma sfortunata storia d’amore intrecciata con l’Arte.

Visto il successo riscosso lo scorso anno, il laboratorio è stato organizzato quest’anno nella sede dell’Associazione La Palombella e al quale si sono iscritte numerose giovani.

Ma Mirna che aveva dato ancora una volta la sua entusiastica disponibilità per la direzione, ha potuto presenziare solo alle prime lezioni.

Amante del dialetto, Mirna ha partecipato ad uno studio universitario volto ad approfondire e lasciare traccia della fonetica del nostro gergo dialettale.

In paese la ricordano tutti con commozione ed affetto per la sua dolcezza e purezza d’animo ma anche per il suo essere estremamente simpatica, giovanile e al passo con i tempi.

“Hai accarezzato tutti con la stessa delicatezza, rispetto e paura di sgualcire, con cui accarezzavi i tuoi vestiti, rispettando la stoffa e l’unicità di ciascuno di noi”, si legge sui social.

È qui, infatti, che molti hanno iniziato a dedicarle messaggi, non appena saputa la notizia.

Associazione di solidarietà Raffaella D’Angelo APS: “Ciao Mirna! Grazie di cuore per tutto quello che hai fatto per noi “Cerasare nuove” tramandandoci l’amore per le tradizioni e per il nostro paese.

Siamo state fortunate ad averti come insegnante esperta, rigorosa e disponibile nonostante le difficoltà della malattia.

Il testimone che ci hai passato sarà onorato ogni anno da tutte noi e cercheremo di lasciarlo alle nuove generazioni con l’impegno e la tenacia che ti hanno sempre contraddistinto”.

Cesare Del Mirani: “Cara Mirna, dolce Mirna, con te se ne va una donna creativa, gentile, sincera, altruista, intelligente, giovanile, affettuosa custode delle tradizioni e del gusto.

Ho avuto l’onore di condividere con te tanti momenti, persino il palcoscenico, e in ogni occasione ho sempre trovato una persona appassionata, pronta a mettersi in discussione.

Con te, cara Mirna, se ne va un esempio concreto per ogni cittadino e spero vivamente che il tuo ricordo possa rendersi immortale con l’intitolazione di una strada, di un vicolo o di una piazza della nostra Palombara, perché tutti possano godere del tuo ricordo e ringraziarti di quanto hai fatto per il nostro paese in tutti questi anni.

Ci mancherà tanto il tuo sorriso cara Mirna.

Ma non lo dimenticherò mai, Con tutto l’amore del mondo.

Il tuo “mattacchione”.

Durante l’ultimo saluto, martedì, al termine del funerale, hanno preso la parola la nuora Giuliana, le amiche Anna Stefoni e Stefania Mastropietri, che hanno ricordato con immensa commozione e con parole colme di grande affetto, di riconoscenza e di ringraziamento i momenti passati assieme.

La comunità si stringe attorno ai propri cari.

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