TIVOLI – Bimba di 8 anni abusata dal padre e dall’anziano vicino di casa

Una runner nota la piccola insieme all’80enne nell’auto appartata in campagna

Gli orchi avevano il volto dell’anziano vicino di casa e del padre. Erano i due uomini che avrebbero dovuto prendersi cura di lei durante la malattia della madre prima che la donna spirasse.

E invece entrambi la usavano per soddisfare i loro istinti malati.

Per questo lunedì 7 aprile il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a dieci anni di reclusione Antonio D. G., 91enne pensionato italiano, per violenza sessuale aggravata su una bambina di età inferiore ai 10 anni e il 58enne romeno Constantin R. alla pena di 8 anni per lo stesso reato sulla minore che era sua figlia.

 
 

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere le giudici Rosamaria Mesiti e Camilla Amedoro – ha condiviso la ricostruzione della Procura, tuttavia ha inflitto pene inferiori rispetto a quelle richieste dal pubblico ministero pari rispettivamente a 17 anni per Antonio D. G. e a 13 anni per Constantin R.

Secondo la ricostruzione dei magistrati, la drammatica vicenda avviene tra il 2015 e il 2016 a Campagnano di Roma, quando la bambina ha un’età compresa tra gli 8 e i 9 anni.

La piccola abita insieme al padre operaio e alla mamma casalinga in un appartamento adiacente a quello di un anziano che all’epoca aveva 81 anni. La donna viene colpita da una grave malattia che non le permette di accompagnare la bimba a scuola, mentre il marito è fuori casa per lavoro.

Per questo i genitori si affidano ad Antonio D. G., l’anziano vicino sempre disponibile ad aiutare i coniugi: è lui a portarla e a riportarla al termine delle lezioni.

Ma dietro l’apparente generosità si nasconde altro. A far scoprire le nefandezze commesse dall’80enne è una runner impegnata in un allenamento in una zona di campagna.

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La donna nota un’auto appartata e all’interno un uomo molto anziano e una bambina: i movimenti sono inequivocabili, la piccola viene abusata, per questo la podista si reca dai carabinieri e sporge denuncia. Nel frattempo la mamma della bimba muore dopo un ricovero in ospedale e la piccola resta a casa di amici, mentre il padre torna in Romania per sbrigare alcune pratiche.

Durante le notti trascorse dagli amici di famiglia la bambina ha gli incubi, piange e inizia a raccontare le violenze subite da parte di Antonio D. G. e anche da parte di Constantin R., il padre.

A quel punto, gli amici di famiglia presentano una seconda denuncia dopo quella della runner, viene aperta un’inchiesta culminata nel 2018 con l’inizio del processo di primo grado terminato lunedì scorso, a dieci anni dai reati.

Il Tribunale ha accertato che i genitori avevano così tanta fiducia in Antonio D. G. da affidargli la figlia ogni giorno. Ma l’anziano a bordo della sua auto la conduceva in luoghi appartati, costringendola a fare o subire atti sessuali.

La bimba ha raccontato che l’uomo la faceva spogliare, le toccava la vagina e si faceva toccare il pene.

Per convincerla a sottostare ai suoi istinti e per non farle rivelare gli abusi Antonio D. G. l’avrebbe spaventata dicendole che l’avrebbe chiusa in un garage e avrebbe riferito alla madre che era scappata, in modo da vincerne la contraria volontà. Il Tribunale ha accertato anche la colpevolezza del padre: a giugno 2016, durante il ricovero della moglie malata in ospedale, Constantin R. costrinse la figlioletta a subire atti sessuali, in particolare a farsi leccare le parti intime.

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Nel processo di primo grado i due imputati sono stati riconosciuti colpevoli di tutte le accuse, per cui i giudici li hanno condannati alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, nonché all’interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, oltre che all’interdizione legale durante la pena.

Il Tribunale di Tivoli ha stabilito inoltre per Constantin R. la perdita della responsabilità genitoriale, del diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della figlia vittima delle sue violenze.

Una volta scontata la pena, nei confronti dei due uomini verranno inoltre applicate per un anno alcune misure di sicurezza, come la restrizione dei movimenti e della libera circolazione, nonché il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente da minori, il divieto di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con i minori.

I due condannati saranno infine sottoposti all’obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenza e sui propri spostamenti. Antonio D. G. e Constantin R. sono stati inoltre condannati al risarcimento dei danni alla vittima oggi 17enne e al Comune di Campagnano da liquidarsi in un separato giudizio civile oltre all’immediato pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva pari a 30 mila euro e alla rifusione di 2.710 euro per le spese di costituzione di parte civile sostenute dalla vittima e di 4.065 euro per le spese di costituzione di parte civile sostenute dal Comune di Campagnano.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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