TIVOLI - L’amico di famiglia fa ubriacare la 15enne e la violenta: condannato a 10 anni di galera

In Tribunale il 66enne italiano ha giurato che la ragazza era consenziente

In aula ha giurato che la ragazzina era consenziente e che tra loro si era instaurata una vera e propria relazione amorosa.

Nonostante i 47 anni di differenza e la fiducia che i genitori avevano riposto in lui per accompagnare la figlia a scuola o dal dentista.

Per questo ieri, lunedì 13 ottobre, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata su minore Massimo T., un 66enne italiano di Magliano Romano.

Il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Camilla Amedoro ed Eugenio Gagliano – ha condiviso la ricostruzione della Procura di Tivoli e condannato l’imputato alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, curatela e all’amministrazione di sostegno, oltre che da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori.

Il 66enne è stato inoltre dichiarato in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Secondo la ricostruzione della Procura, gli abusi sessuali sarebbero stati commessi a Sacrofano, Formello e Magliano Romano tra il 2021 e giugno 2022.

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Considerato un amico di famiglia, Massimo T. sarebbe stato incaricato dai genitori della ragazzina di accompagnarla e prelevarla abitualmente a scuola, ma le mire dell’uomo sarebbero state altre.

Il padre 50enne e la mamma 37enne riponevano fiducia in quell’uomo apparentemente mite.

Il Tribunale di Tivoli ha infatti riconosciuto il 66enne responsabile di aver costretto la 15enne a subire toccamenti del corpo e rapporti sessuali consumati sia nei boschi all’interno della vettura che nell’abitazione dove l’amico di famiglia viveva da solo.

Non prima di averle fatto bere sostanze alcoliche tra cui birre, vodka e rum.

La ragazzina ha raccontato che Massimo T. le chiedeva insistentemente prestazioni sessuali, la cercava alla fermata del bus e negli altri luoghi frequentati dall’adolescente per caricarla in macchina e restare da solo con lei.

La vittima ha inoltre riferito di aver manifestato sempre la sua contrarietà, ma l’uomo l’avrebbe costretta conducendola in luoghi isolati, dove sotto la minaccia e le urla abusava di lei, dicendole di avere pistole e fucili e intimandole di custodire il loro segreto.

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Minacce che l’hanno terrorizzata costringendola al silenzio.

E’ andata avanti così per quasi un anno fino a quando la ragazza oramai sedicenne ha trovato la forza di abbattere il muro della paura e della vergogna raccontando gli orrori subiti.

Ieri il Tribunale di Tivoli ha condannato Massimo T. a un risacimento danni di 25 mila euro alla vittima oggi 19enne, costituitasi parte civile insieme ai genitori.

I giudici hanno riconosciuto anche un risarcimento danni di 5 mila euro ciascuno al padre e alla madre.

L’uomo è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carecere durante la custodia in carcere, oltre alla rifusione delle spese processuali sostenute dalla vittima pari a 1.355,33 euro e altri 2.642,90 per le spese sostenute dai genitori.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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