Palestrina – Italia-Albania, maxi rissa per una birra e botte ai carabinieri: 7 arrestati

Stamane – giovedì 17 – il giudice del Tribunale di Tivoli Emanuele De Gregorio ha convalidato gli arresti, rimettendo tutti gli sette in libertà ma con l’obbligo di firma presso la locale caserma di Palestrina dove vivono i protagonisti.
Si tratta di K. D. carpentiere di origini albanesi di 26 anni, di M. G., di 32 anni imbianchino italiano pregiudicato, del padre di quest’ultimo M. G., 55 anni, limitato in stampelle con precedenti per droga, di A. A., 40 anni, portantino già noto alle forze dell’ordine. Nella rete sono finiti anche C. B., 65enne pensionato incensurato, il figlio G. B. di 41 anni, imbianchino anche lui noto ai militari dell’Arma, B. C. di 26 anni albanese e manovale incensurato.
Durante il processo per direttissima gli stessi carabinieri hanno definito il fatto “una battaglia tra Italia e Albania”, una guerra senza esclusione di colpi nella quale avrebbero le spese anche gli operanti.
Secondo la ricostruzione fornita dai sette fermati, il fatto è avvenuto sulla strada principale di Palestrina intorno alle 18 di martedì sera. Il 26enne albanese B. C., dopo il lavoro era entrato in un bar per giocare a biliardino insieme al proprietario, con il 55enne M. G. costretto in stampelle e un altro albanese. Pare che in palio ci fosse una bottiglia di birra, che è stata la scintilla della rissa.
Il manovale straniero ha raccontato al giudice di aver ricevuto un’offesa dal 55enne, mentre quest’ultimo ha giurato che il 26enne, dopo una lite con il proprietario del bar, lo avrebbe colpito sbattendogli la porta in faccia mentre usciva dal locale per poi prenderlo letteralmente per il collo.
La scena sarebbe stata vista dal figlio del 55enne che in quel momento si trovava in un bar a pochi metri sulla stessa strada. A quel punto, il 32 M. G. e il 26enne B. C. hanno cominciato a darsele di santa ragione.
I militari arrivati sul posto hanno subito cercato di sedare la lite nella quale sarebbero state coinvolte molte altre persone, rimediando testate in faccia e bottiglie di vetro lanciate addosso.
Tra gli arrestati c’è anche un altro albanese, K. D. di 25 anni, che sostiene di essere finito in mezzo per sedare gli animi tra i primi due litiganti all’interno del bar.
Allo stesso modo si è difeso davanti al giudice il 40enne A. A., accusato di aver impedito l’arresto. “Ero appena sceso da casa, ho visto il mio amico e testimone di nozze tra le mani di due carabinieri, così ho provato a calmare lui e a convincere loro per lasciarlo andare”.
L’inizio del processo è fissato al 3 ottobre prossimo.

 

Ma. Sa.

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