Aghìr è un mondo sotterraneo abitato da una misteriosa popolazione. Un mondo parallelo a quello di Teo Eugeni, il protagonista del romanzo, studente universitario chiamato a compiere una vera impresa tra segreti ed orrori inimmaginabili che sconvolgeranno la sua vita. Un racconto originale tra fantasy e fantascienza scritto da un giovane che tra tennis e pianoforte coltiva la grande passione per la lettura.
Quanti libri leggi in un anno?
“Un numero esatto non saprei dirlo, però li divoro. E non conto quelli universitari”.
Cosa ti piace leggere?
“Mi appassionano le storie che mi permettono di evadere dalla realtà, come generi prediligo il fantasy e la fantascienza. Tra gli autori cito Joanne Rowling, l’autrice di Harry Potter, oppure Tolkien della trilogia del Signore degli Anelli. Ultimamente mi è piaciuto anche “Hunger Games” di Suzanne Collins, l’ho letto perché mi aveva incuriosito il film”.
A proposito di cinema, hai mai pensato che Aghìr potrebbe diventare in futuro una sceneggiatura per un film?
“La vedo come un’utopia”.
Cosa hai pensato quando hai finito l’ultimo capitolo?
“Il primo pensiero è stata la soddisfazione per aver compiuto qualcosa. Poi con calma ho iniziato ad analizzare il tutto e nei giorni successivi mi sono a cercare un modo per poterlo pubblicare”.
E’ stato difficile ottenere la pubblicazione del tuo libro?
“Per me era, ma in gran parte lo è ancora oggi, un mondo e un sistema del tutto estraneo. La prima cosa che ho fatto è stato mettermi su internet e cercare informazioni. Ho trovato la casa editrice Kimerick che mi ispirava fiducia, ho mandato una e-mail presentando il mio progetto, e dopo appena dieci giorni mi hanno risposto proponendomi un contratto. A maggio parteciperò al Salone del Libro di Torino”.
Cosa ti hanno detto dalla casa editrice?
“Il libro è piaciuto ed erano onorati di poterlo pubblicare. Mi sento di ringraziarli, ed in particolare il direttore Gianfranco Natali, per l’opportunità che mi hanno dato”.
Chi è stato invece il primo lettore in assoluto?
“Mia sorella Giulia, frequenta il quinto anno del liceo scientifico Spallanzani a Tivoli. Le è piaciuto molto, già mi ha chiesto di scrivere un seguito della storia. Servirà del tempo ma ci sto lavorando. Lei mi ha aiutato anche con la copertina, l’ha ideata curandone i disegni insieme ad un amico”.
Cosa vorresti riuscire a comunicare attraverso il tuo racconto?
“Ho scritto cercando di trasmettere la mia passione per la lettura. Nel racconto c’è il tema dell’esilio, si parla di uguaglianza e diversità e di distinzione tra bene e male. La storia e i valori espressi sono ispirati alla mia vita visto che ho iniziato a scrivere principalmente per me, per evadere con una vera e propria fuga dalla realtà. Prendere spunto dal mio mondo mi ha aiutato a rendere credibili gli eventi e i personaggi descritti”.
Il debutto pubblico di Stefano Mozzetta scrittore sarà al liceo classico di Tivoli che pochi anni fa lo ha visto studente. L’appuntamento con la presentazione del romanzo è in programma martedì 18 febbraio alle 15.