I motivi della protesta
Il futuro di questo impianto, a pochi passi dalla case e che già nel corso degli ultimi mesi ha provocato disagi dovuti ai miasmi e malfunzionamenti nel tritovagliatore, quale nuovo punto di trattamento per 400mila tonnellate di rifiuti al giorno, sta creando notevoli preoccupazioni. In un quadrante già fortemente esposto a numerose attività “inquinanti” indivuduate dai cittadini (Basf e Nieco a Case Rosse, cementificio di Guidonia, discarica dell’Inviolata, Chimeco a Setteville, Tmb a Rocca Cencia, le cartiere e la Trelleborg a Tivoli, le cave di travertino), e dove sono state rivenute ben due discariche abusive di rifiuti ospedalieri nei terreni agricoli (una a Lunghezzina sequestrato da quasi un anno, l’ultimo proprio a Rocca Cencia appena tre settimane fa).
ll progetto di Ama
Le rassicurazioni del numero uno di Ama, la municipalizzata che si occupa della raccolta e trattamento rifiuti per la Capitale, non convincono. “Dovrebbero trattare solo rifiuti secchi differenziati – dicono i residenti -, ma basta vedere la situazione della raccolta nei nostri quartieri per capire che questa è una cosa impossibile”. Daniele Fortini, ad di Ama, ha sottolineato che all’interno del nuovo Ecodistretto “si tratterà solo plastica e vetro”, almeno all’inizio. Con una residuale parte degli scarti da conferire in una discarica di servizio, prevista nel progetto. Ma, vista la situazione di raccolta ritenuta insufficente, negli occhi dei cittadini c’è già lo spettro di una nuova Malagrotta.