GUIDONIA – Concorso dei vigili, l’agente accusa: “La vincitrice ha usato la penna blu”

In un concorso pubblico un candidato può utilizzare una penna di colore diverso da quelle distribuite dalla Commissione e utilizzate dagli altri partecipanti?
A rispondere sarà il Tar del Lazio al quale spetta il compito di decidere sulle sorti della selezione interna alla Polizia municipale di Guidonia Montecelio per l’assunzione a Istruttore direttivo di categoria D.
Oggi, mercoledì 29 aprile i giudici amministrativi si sono riuniti in camera di consiglio per esaminare il ricorso di una 42enne agente, seconda classificata con 64 punti dietro alla 30enne risultata prima in graduatoria con 65 punti.
La ricorrente ha chiesto l’annullamento la graduatoria finale approvata dal dirigente al Personale Nicolò Roccolino e pubblicata il 20 dicembre scorso all’Albo Pretorio. Il ricorso è fondato su un episodio eclatante che, a dire della seconda classificata, sarebbe avvenuto durante la prova scritta tenutasi il 12 dicembre nell’Aula Consiliare di Palazzo Guidoni.
Un episodio tuttavia non verbalizzato dalla Commissione presieduta dal Segretario generale della Provincia di Rieti Giusepe Basile, e composta dai due funzionari comunali Maddalena Granata e Domenico Nardi. Insomma, un fatto sulla carta inesistente.
Per questo i giudici hanno chiesto all’amministrazione Barbet di completare l’istruttoria con le relazioni dettagliate scritte dai tre Commissari che dovranno indicare, con la documentazione disponibile a supporto, le prescrizioni impartite anche verbalmente durante la prova scritta.
In particolare i magistrati vogliono sapere se la vincitrice sia stata effettivamente l’unica tra i candidati ad aver utilizzato la penna blu anziché di colore nero, come racconta la seconda e come conferma un collega, uno dei dieci partecipanti alla selezione interna.
L’episodio contestato dalla seconda classificata configurerebbe la violazione delle regole dell’anonimato e di conseguenza l’annullamento dell’elaborato della vincitrice.
Ma cosa è accaduto il 12 dicembre nell’Aula Consiliare dedicata a Peppino Impastato?
Stando al ricorso, come da prassi, i commissari distribuirono ai dieci vigili urbani partecipanti alla selezioni i fogli timbrati dal presidente oltre a penne tipo Bic di colore nero.
Tre ore di tempo per scrivere, avrebbe dovuto essere una prova silenziosa e composta e invece il ricorso al Tar racconta una scena macchiettistica.
Durante la prova, a mezz’ora dallo scadere del tempo concesso, un commissario si sarebbe accorto che la vincitrice scriveva con una penna blu.
Così il Presidente Giusepe Basile avrebbe ripreso ad alta voce la vigilessa davanti a tutti i partecipanti e agli due membri della Commissione, chiedendo alla vincitrice di riscrivere il compito con una penna nera altrimenti l’avrebbe esclusa dalla selezione.
Ma la vigilessa si sarebbe rifiutata pubblicamente perché nella mezz’ora rimanente non avrebbe avuto il tempo materiale per ricopiarlo.
A quel punto il Presidente le avrebbe consigliato più volte ad alta voce di convincere qualche altro candidato a scrivere con la penna blu, in modo da rendere non riconoscibili gli elaborati in fase di correzione.
Un invito, sempre a detta della ricorrente, raccolto soltanto da un collega che scrisse con la blu le ultime cinque righe del compito.
E l’amministrazione Barbet come si difende? Semplice, sostenendo che i fatti raccontati non sono mai accaduti perché non riportati nei verbali della Commissione.
La pubblicazione della sentenza è attesa tra domani e dopodomani.

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