TIVOLI – “Ospedale, coi reparti Covid il virus dilaga”

La denuncia dei sindacati Cgil, Cisl e Uil: “Alta percentuale di pazienti e personale infetto, probabilmente proprio per la continua trasformazione che sarebbe dovuta avvenire nel periodo estivo”.

Padiglioni trasformati in reparti Covid, personale e pazienti trasferiti da una parte all’altra. La riconversione dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” e delle altre strutture sanitarie decisa dalla Asl Roma 5 non convince i sindacati. O, almeno, non li convince per come attualmente viene gestita l’emergenza pandemica.

Per questo oggi, lunedì 30 novembre i rappresentanti di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, Aldo Capobianchi, Dimitri Cecchinelli e Igino Rocchi, hanno inviato una nota al Direttore generale Giulio Giorgio Santonocito per segnalare tutte le criticità riscontrate nella gestione del Virus. Gravi carenze già denunciate dai sindacati nell’incontro del 17 novembre.

“I continui spostamenti di personale tra le diverse unità operative e la costante trasformazione dei reparti di degenza con il trasferimento di pazienti in varie zone delle strutture ospedaliere non fa altro che facilitare e alimentare il propagarsi della pandemia”, esordiscono Capobianchi, Cecchinelli e Rocchi. “Si riscontrano – aggiungono – presso tutti gli ospedali e i presidi della Asl Roma 5 una alta percentuale di pazienti e personale infetto, probabilmente proprio per la continua trasformazione degli spazi di degenza, attività che sarebbe dovuta avvenire nel periodo estivo. Ad oggi in quasi tutti i presidi ospedalieri della Asl non sono presenti adeguati percorsi atti a ridurre il diffondersi della pandemia. I reparti di degenza trasformati in reparti Covid non sempre presentano caratteristiche di bio-contenimento previsto e non hanno il numero di erogatori di ossigeno utili o lo stesso impianto generale di erogazione non è in grado di sopportare le esigenze necessarie. Le degenze spesso sono sguarnite di ogni comfort alberghiero necessario all’utenza. In alcuni casi è carente anche l’impianto di riscaldamento. Si riscontra la mancanza di apparecchiature per l’esecuzione degli emogas-analisi e la scarsità di guanti monouso, primo ed essenziale dispositivo di prevenzione individuale. Non esiste alcun protocollo sottoscritto e definito per l’esecuzione di terapie fondamentali attraverso la somministrazione eventuale di plasma iperimmune o retrovirali”.

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“A tutto questo – concludono i sindacati – si aggiunge la mancanza da parte dell’azienda di quanto concordato durante la riunione del 17 novembre in merito alla distribuzione di generi di conforto per il personale impegnato nei reparti Covid. Nonostante ciò anche in carenza cronica di tutte le figure professionali si continua ad utilizzare l’insufficiente personale infermieristico presente in azienda per l’apertura di nuovi reparti, posti letto e servizi, andando anche oltre le indicazioni della Regione Lazio”.

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