GUIDONIA – Politica, Matteo Castorino lascia il Movimento 5 Stelle

Comunicato dell'ex consigliere comunale grillino

Dall’ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Guidonia Montecelio, Matteo Castorino, riceviamo e pubblichiamo:

Lascio il MoVimento 5 Stelle. Non ha più senso restare in una forza politica immobile e preoccupata solo della propria autoconservazione. Da oggi un cammino diverso.
Sono trascorsi ormai tanti anni da quando ho conosciuto il gruppo storico di attivisti del M5S di Guidonia, una comunità politica ma innanzi tutto umana, che mi ha consentito di crescere, fare l’amministratore locale (spero in modo decente e serio), assumere ruoli di responsabilità e sentirmi parte di un’intelligenza collettiva. E di questo ringrazierò sempre ognuno dei miei compagni di strada. Da troppo tempo, però, la spinta, direi addirittura rivoluzionaria, del M5S si è esaurita.

I principali fattori che mi hanno portato a fare una scelta così drastica e dolorosa sono due e hanno a che fare con le dimensioni nazionali e regionali più che strettamente locali: la decisione del Presidente Conte di tornare a una sorta di radicalismo duro e puro che nient’altro è se non attribuirsi un ruolo di testimonianza, preoccuparsi soltanto di erodere consenso al centrosinistra mentre le destre si spartiscono spazi di potere e preparano misure che acuiranno le diseguaglianze nel nostro Paese, come la cancellazione del reddito di cittadinanza, l’autonomia differenziata, il definanziamento strutturale di scuola, sanità, università e ricerca. Di fronte a uno scenario così preoccupante, l’unica ambizione di chi oggi comanda (perché di comandare in modo unilaterale e verticistico si tratta) nel M5S è quella di ricostruire un qualche tipo di peso elettorale rinunciando, invece, al dialogo produttivo con le altre forze di opposizione.

Il secondo problema è la totale assenza di democrazia interna, l’inesistenza di luoghi di discussione, di una minima articolazione organizzativa sui territori. Problemi storici del M5S che hanno determinato negli anni la totale irrilevanza nelle competizioni elettorali locali, a Guidonia come ovunque. Negli ultimi mesi tali problemi non soltanto sono rimasti irrisolti, ma si sono addirittura aggravati. Alcuni esempi, utili per comprendere anche a chi non è addentro alle questioni: prima dell’estate vengono nominati (senza consultare i territori, senza alcuna possibilità di dibattito) i coordinatori regionali. Pochi mesi prima delle elezioni regionali del Lazio, Conte, in totale autonomia e ancora una volta senza un briciolo di confronto col territorio, disconosce l’esperienza di governo di centrosinistra nella regione Lazio (disconoscendo, in questo modo, anche il lavoro di due assessori del M5S) e decide – consultandosi non so con chi – che il M5S correrà da solo, candidando a Presidente di Regione Donatella Bianchi, una signora totalmente sconosciuta alla nostra comunità, digiuna dei temi significativi della politica regionale, già depositaria di una carica pubblica in Liguria e dipendente Rai ( ci si dimentica, perciò, anche le battaglie sulla troppa influenza della politica sul servizio televisivo pubblico).

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Il resto è storia recente, Bianchi e il M5S si cimentano in una corsa solitaria identitarista che regala un risultato deludente e contribuisce al trionfo delle forze di centrodestra lo scorso 13 febbraio.
Il M5S perde 428.000 voti rispetto alle regionali del 2018, quasi mezzo milione di cittadini del Lazio nostri elettori che hanno scelto di non recarsi alle urne o di votare altro.
E il giorno dopo le elezioni, non sento alcuna analisi critica da parte di chi ha deciso ogni cosa da solo. Anzi, il Presidente Conte – ancora in modo unilaterale – nomina di imperio e senza confronto con chicchessia, i coordinatori territoriali, individui che avrebbero il compito di organizzare il Movimento nei comuni e nei quartieri, di favorire una filiera di rapporti tra i vari livelli istituzionali, di provvedere a una sistemazione logistica delle sedi, ecc. Ma che non avranno alcun tipo di legittimazione perché sono stati – di nuovo – scelti da Conte, suggerito non so da chi, ignorando totalmente istanze o proposte che potevano arrivare da amministratori, attivisti, gruppi locali.

Non mi piacciono i partiti padronali, quelli ‘fluidi’, perché mancanza di organizzazione interna significa impotenza elettorale e soprattutto mancanza di democrazia.
Me ne vado, nel rispetto di chi con tenacia sceglie di restare. Nel rispetto di quelle persone che, da vari livelli istituzionali (parlamento, regione, ecc.), mi hanno sostenuto in questi anni, che mi hanno insegnato un nuovo modo di fare politica e la gioia di stare insieme. I colleghi e le colleghe con cui ho condiviso l’esperienza di governo di Guidonia, nei momenti sereni e nelle molte difficoltà.

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Ovviamente, la mia dedizione per questa città, per il luogo in cui sono nato e cresciuto, prosegue. Ho condiviso questa scelta con le persone che più mi sono state accanto negli anni, ad alcune ha fatto storcere il naso, molte mi hanno dato coraggio. Faccio questo passo libero da incarichi elettivi, perciò anche a posto con la mia coscienza, senza tradire nessun mandato.

Da oggi, mi impegnerò per ritrovare entusiasmo nel fare politica, perché senza entusiasmo l’essere umano si spegne e la politica diventa un mestiere utile solo alla sopravvivenza di chi lo svolge. Per contribuire – a Guidonia, nella provincia di Roma e nella nostra Regione – alla ricostruzione di una proposta progressista, democratica per davvero, radicata, che abbia a cuore i temi di cui mi sono sempre occupato: lotta alle diseguaglianze sociali, all’impoverimento della cultura, della scuola e della ricerca; sforzo di rendere le nostre periferie urbane e suburbane meno desertiche, di fare germogliare un’umanità nuova in un posto più sano anche dal punto di vista ambientale.
Nei prossimi giorni, ci sarà modo di spiegare ancora meglio le ragioni di questo passaggio così delicato. Ma soprattutto, con chi vorrà, di confrontarci sulla traversata nel deserto che ci aspetta e sulle tante cose da fare.

Scriveva Antonio Gramsci dal carcere: mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio.
È questo il senso più profondo del mio messaggio. Ringrazio chi ha avuto la pazienza e la curiosità di leggerlo.

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