Oggi per Castel Madama sarà il giorno del dolore. Oggi il paese saluterà il piccolo Stepan. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino. Un sigillo, un atto dovuto, un gesto di empatia per una famiglia annullata. Ma Castel Madama era già in lutto. Lo è dal momento in cui un suo bambino non è tornato a casa dopo una giornata in piscina con mamma, papà e sorellina. Da quando alla tragica parola di un bambino morto alle Terme di Cretone, risucchiato dal deflusso delle acque di una piscina – sembra incredibile ma è così – è stata accompagnata la parola “russo”. Perché Stepan era un bambino russo. E allora una frustata di dolore ha accompagnato ogni famiglia del paese, toccata da vicino, vicinissimo, da quel pozzo di tragedia.
Il pensiero è andato a questo bambino timido, sorridente, giocoso, a “un angelo”, come lo ritraggono ora le maestre e le altre mamme. Il pensiero è andato ai genitori arrivati in Italia per ricongiungersi ai parenti e magari stare lontano dalla parola guerra. E che invece si sono ritrovati con un figlio in meno per una gita nelle acque termali, scelta per far godere il fresco ai bambini nelle giornate agostane più torride.
Non c’è un cuore che non si è spezzato a Castel Madama. E basta allargare la lente di ingrandimento per abbracciare tutta l’Italia e anche oltre. Una fitta che ha toccato tutti. Nessuno potrà dimenticare la storia del piccolo Stepan morto a 8 anni in piscina. Dai soccorritori straziati, dai compagnetti di classe che non vogliono credere, dalle maestre che non lo rivedranno nel suo banco a settembre.
Don Angelo, il parroco di Castel Madama, ha fatto la sua parte. Ha offerto la chiesa di San Michele Arcangelo, per far celebrare il funerale in rito ortodosso. Non era mai successo. Ci sarà anche lui a messa. Sarà in sagrestia o sarò vicino all’altare. Ma ci sarà. In questa tragedia che sembra non avere confini c’è bisogno di tutti. Della presenza per offrire vicinanza alla famiglia, ma anche dell’assenza, del silenzio, per rispettarne il dolore più grande.