GUIDONIA – Giada, la volontaria di Protezione civile si diploma in Informatica con 100 e Lode

Speciale Eccellenze Scolastiche - La 18enne di Fonte Nuova, alunna dell’Istituto Tecnico Volta, divisa tra il sogno di raggiungere le stelle e la divisa

Giada Del Vecchio, 18 anni di Fonte Nuova, figlia di Marino, elettricista, e Dina, impiegata, ha appena concluso brillantemente il suo percorso scolastico presso l’Istituto Tecnico Tecnologico Statale Alessandro Volta di Guidonia, indirizzo informatico, classe quinta E, conseguendo un Diploma da 100 e Lode.

Il segreto di questo eccezionale traguardo è il sapersi organizzare, senza trascurare mai amici, gli amori e gli interessi personali.

Ma Giada ha sempre avuto uno spiccato interesse e curiosità verso il mondo che la circonda: sin da piccolina apriva il dizionario per leggere le definizioni delle parole e ascoltava i racconti del nonno durante la guerra.

Per il futuro, ha già scelto ingegneria spaziale all’università La Sapienza di Roma, ma due strade sono aperte davanti a lei: una, quella in linea con il percorso di studi che inizierà a breve, che prevede di lavorare per un’azienda aeronautica o spaziale; l’altra, la passione per la divisa militare, visto il suo impegno come volontaria presso la Protezione Civile.

Per ottenere risultati simili, quante ore dedichi allo studio?

Non ho mai contato le ore che dedicavo allo studio. Sin da piccolina, tornavo a casa, pranzavo e mi mettevo a studiare fino alla sera, facendo naturalmente delle pause.

Come riesci a conciliare studio e vita sociale?

⁠L’organizzazione è la parola chiave. Mi assicuro di pianificare il mio tempo in modo da poter dedicare momenti sia allo studio che ai miei amici, alla famiglia e naturalmente a me stessa.

Quali sono i tuoi hobby e interessi?

⁠Mi piace tantissimo leggere, ballare e uscire con i miei amici e con il mio ragazzo

Hai scelto l’università? Se sì, quale? Se no, cosa farai dopo?

Ho scelto ingegneria aerospaziale.

Cosa sogni di fare da grande?

⁠Da grande sogno di lavorare nel campo dell’ingegneria aerospaziale, magari come ingegnere per una grande azienda aeronautica o spaziale.

Ma ultimamente anche la carriera in divisa, soprattutto nell’esercito, mi tenta. Sono già in questa vita da 4 anni poiché sono una volontaria di Protezione Civile presso l’A.R.F.I. sezione Marcellina.

Vorresti rimanere in Italia o andare all’estero?

⁠Ho sempre sognato di vivere esperienze all’estero, ma non escludo la possibilità di tornare in Italia se ci saranno buone opportunità professionali.

Secondo te il merito è premiato in Italia?

Credo che il merito a volte sia premiato in Italia, ma purtroppo non sempre come dovrebbe. Ci sono molte variabili che influenzano il riconoscimento del merito, come il nepotismo, le raccomandazioni e le disparità geografiche.

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Un tempo gli studenti con una media alta venivano chiamati secchioni e oggi nerd.  Sei mai stata chiamata così? Ti senti una secchiona e quale valenza dai al termine?

Sì, mi è capitato di essere chiamata “secchiona”. Tuttavia, non mi offendo perché considero l’impegno nello studio molto importante per il mio futuro.

Penso che questo termine abbia acquisito una connotazione ingiustamente negativa, mentre dovrebbe essere interpretato come un segno di dedizione e serietà. Chi si impegna nello studio dimostra determinazione e passione per la conoscenza, qualità che meritano rispetto e ammirazione.

È vero che non tutti sono portati per lo studio, ma non si dovrebbe nemmeno dare un nome alle persone che lo sono, creando così due “categorie”.

Quanto è importante studiare?

Studiare è fondamentale per crescere sia personalmente che professionalmente. È la chiave per aprire molte porte e per acquisire le competenze necessarie ad affrontare il futuro.

Sottolineo poi che è una cosa che a me piace: sin da piccolina prendevo i libri di mia madre o fratello, anche il dizionario, per cercare parole che non conoscevo o cose di cui avevo sentito parlare.

Sei sui social? Se sì, quanto tempo li usi?

Sì, sono sui social penso come una normalissima adolescente. Non ho mai tenuto un conto del tempo di utilizzo, ma generalmente penso di usarli per 3/4 ore giornaliere.

I social non devono essere visti per forza come qualcosa di negativo poiché sono anche una fonte di informazioni.

Mi è capitato moltissime volte di aprire TikTok prima di un’interrogazione e andare a ricercare dettagli o informazioni diverse da quelle riportate sui libri, più intriganti e meno conosciute.

Ti sentivi abbastanza preparata per questo esame finale? Avevi ansia o eri tranquilla?

Mi sentivo abbastanza preparata per l’esame finale, anche se un po’ di ansia era inevitabile.

Sono sempre stata una ragazza ansiosa, ma è sempre stata un’ansia che mi spingeva a dare il meglio di me.

Il tuo percorso di studi ti ha preparata a questo esame finale oppure avresti preferito che fosse diverso? Se sì, come?

Il mio percorso di studi mi ha preparato benissimo per l’esame finale. I nostri professori già dall’inizio del triennio si sono preoccupati di spiegarci ciò che avremmo dovuto affrontare.

A mio parere questo ha aiutato molto: avere le idee chiare sin dall’inizio è una cosa molto positiva, che mi ha aiutato ad arrivare alla fine con tutto organizzato.

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Se dovessi cambiare qualcosa, mi avrebbe fatto piacere avere più esperienze pratiche e progetti di gruppo per applicare quanto appreso in classe. Questo purtroppo non è stato possibile a causa del Covid-19 durante il mio primo, secondo e parte del terzo anno.

Come è andato questo esame e quale traccia hai scelto?

L’esame è andato molto bene. Nella prima prova di italiano ho scelto la tipologia A1 “Pellegrinaggio” di Giuseppe Ungaretti.

Mi è sempre piaciuta questa tematica della guerra perché è una tematica che sento mia. Sono cresciuta con i racconti di mia nonna su mio nonno che correva tra le gambe dei tedeschi per andare a prendere un pezzettino di pane.

Cosa pensi della modalità d’esame?

Le modalità d’esame sono abbastanza adeguate. Spero che prima o poi diventino digitali ma nonostante tutto sono state chiare sin da subito e grazie ai nostri docenti qualsiasi dubbio veniva subito chiarito.

Cosa ti rimane di più di questi anni di liceo? C’è un episodio o un professore che ricorderai e perché

Di questi anni di superiori mi rimarranno soprattutto le amicizie e le lezioni di alcuni professori che mi hanno ispirato.

Ricorderò in particolare i professori Paganelli Antonio, Dionisi Chiara, Manna Antonietta, Cascio Antonella, Fratello Mona Nancy e Poli Fabio, che sono riusciti a trasmettermi la passione per la loro disciplina e mi hanno sempre motivata a dare il massimo.

Puntavi al massimo dei voti? Te lo aspettavi?

Sì, puntavo al massimo dei voti, ma non mi sarei mai aspettata di raggiungere la lode.

Se ti fossi diplomata con un voto inferiore?

Se mi fossi diplomata con un voto inferiore, avrei comunque accettato il risultato, sapendo di aver dato il mio meglio.

L’importante è ciò che si impara e come si applica nella vita. Alla fine è solo un numero che però riconosco può avere conseguenze emotive molto rilevanti.

Secondo un luogo comune diffuso sui Social, non è detto che il diplomato col massimo dei voti si realizzi nella vita più di uno studente medio. Cosa ne pensi?

Come dicevo prima, il voto di maturità è solo un numero e credo che non sia l’unico indicatore del successo nella vita. È importante avere competenze, determinazione e capacità di adattamento.

Ciò che conta è come si utilizzano le conoscenze e le abilità acquisite per raggiungere i propri obiettivi.

(Camilla Nonni)

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