TIVOLI – Ruba armi da guerra e vestiario, parà condannato a risarcire il Ministero della Difesa

Il 43enne tiburtino rivendeva gli abiti e custodiva in casa munizioni ed esplosivi

In casa deteneva armi, materiale esplosivo ed equipaggiamento militare sottratti dalla caserma in cui prestava servizio. E quando fu scoperto, disse di averlo fatto per far fronte ad eventuali emergenze improvvise, giurando che era sua intenzione restituire tutto appena rientrato nei ruoli operativi.

Una giustificazione che non gli ha evitato una condanna penale esemplare e un risarcimento a 5 cifre.

Così Paolo C., 43enne di Tivoli, sergente dei Paracadutisti, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il Ministero della Difesa dell’importo di 14.833,28 complessivi, pari alla somma del valore dei beni sottratti e del danno da disservizio, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali.

Il caso emerge dalla Sentenza numero 77/2024 pubblicata martedì 16 luglio.

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A smascherare il sergente dell’Esercito Italiano, effettivo al 9° Reggimento d’assalto Paracadutisti “Colonnello Moschin”, fu un’indagine top secret svolta dai ROS e dalla Polizia Militare che il 12 settembre 2022 piombarono nell’abitazione di Paolo C. a Livorno per arrestarlo.

Durante la perquisizione gli investigatori trovarono la conferma ai sospetti secondo i quali il sergente sottraesse equipaggiamento e vestiario militare per destinarlo alla vendita, limitandosi a custodire in casa il materiale esplosivo.

Nel corso dell’interrogatorio lo stesso Paolo C. confessò di essersi impossessato, nel corso di circa dieci anni di attività operativa, di una serie di armi, munizioni ed esplosivi, portandoli nel proprio alloggio e nella propria abitazione privata.

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Per questo con la sentenza numero 633 del 2023 il Tribunale di Livorno ha condannato il sottufficiale alla pena di sei anni di reclusione per detenzione di armi e munizioni da guerra e per peculato.

Ora per Paolo C. è arrivata anche la condanna in contumacia da parte della Corte dei Conti.

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