TIVOLI – “Cento anni di Radio”, ricordi ed emozioni con le speaker delle emittenti tiburtine

Grande successo per l'evento organizzato dal conduttore Roberto Mattioli in occasione del centenario

Nel pomeriggio di sabato 28 settembre, si è svolto presso le Scuderie Estensi “100 anni di Radio con le voci più belle di Tivoli”, evento organizzato dal 61enne conduttore televisivo e conduttore radiofonico Roberto Mattioli, col patrocinio del Comune di Tivoli.

Nella sala conferenze gremita è stata celebrata la storica avventura della Radio iniziata il 6 ottobre 1924 e durata un secolo durante il quale ha accompagnato gli italiani diventando un asse portante della cultura del Paese, raccontandone la storia e stimolandone nei suoi ascoltatori la curiosità e la conoscenza.

Un momento di “100 anni di Radio con le voci più belle di Tivoli” tenutosi sabato alle Scuderie Estensi

“La Rai celebrerà questa ricorrenza tra una settimana e a Milano tra qualche giorno. Ho voluto iniziare le feste con Tivoli perché è stata un terreno molto fertile e molto importante ai fini della storia della radiofonia italiana”, le battute introduttive di Roberto Mattioli che all’evento ha invitato tanti volti noti.

Tra questi, Igor Righetti, conduttore di “Igorà – tutti in piazza” su RAI Radio1 e cugino del celebre Alberto Sordi.

Presenti anche i volti della celebre trasmissione “Supersonic”, Paolo Testa e Gigi Marziali, oltre alla speaker Silvia Giansanti, del gruppo Rds e Raffaella Coppola, giornalista di Rtl 102.5.

Tra una risata e dei momenti più seri, sono stati condivisi con il pubblico ricordi ed esperienze di una vita passata dietro ad un microfono, diventato non solo un mezzo di comunicazione ma anche un vero e proprio amico, attraverso il quale dare sfogo alle più grandi e varie passioni.

Per capire, però, al meglio quanto effettivamente ci si possa innamorare di un semplice strumento come un microfono, abbiamo parlato con alcuni dei volti più celebri della radiofonia tiburtina: Raffaella Coppola, 55 anni e al momento giornalista per Rtl 102.5; Simona Mariani, 52 anni e conduttrice della trasmissione web “Frequenze giallorosse”; e Maria Grazia Moriconi, 61 anni e al momento alle prese con spettacoli locali.

Come e perché vi siete avvicinate al mondo della radio?

“Ho iniziato presso l’emittente “RadioMelody Lazio”, che si trovava, allora, vicino alla stazione di Tivoli – racconta Raffaella CoppolaE in realtà, è nato tutto per caso. Un giorno, infatti, accompagnai la mia compagna di banco a sostenere un provino per questa emittente radio e, una volta giunti, chiesero anche a me di fare una prova. Mi misero davanti a un microfono e iniziai a parlare e parlare e parlare, senza fermarmi un secondo.

Alla fine scelsero me e non la mia compagna di banco, anche se inizialmente era lei a essere interessata. Da quel momento in poi non mi sono mai fermata e la passione per la radio divenne di giorno in giorno sempre più grande”.

“Ho iniziato da piccolina per via di una grande passione nata ascoltando Silvia Giansanti – rivela Simona MarianiUn giorno chiamai la redazione di LK5, un’emittente radio tiburtina e insieme combinammo un provino”.

“La mia passione inizia quando mio fratello mi regalò i primi attrezzi per iniziare a registrare la mia voce e per “giocare” alla radio – torna indietro con la memoria Maria Grazia MoriconiDopodiché, chiesi ad alcuni miei amici che lavoravano per LK5 di assistere a qualche registrazione in studio.

Infine entrai a tutti gli effetti a lavorare come speaker quando avevo solo 16 anni. Per di più, ricordo ancora che la mia prima trasmissione la registrai quando gli studi di LK5 erano nella casa del nostro ex caporedattore che aveva allestito il suo salotto con tutto il necessario per portare avanti un’emittente radiofonica”.

Quanto è cambiata la radio in questi anni?

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“Confrontando le radio che abbiamo conosciuto da giovani e quelle in cui lavoriamo oggi sembra quasi di parlare di due mondi completamente diversi – è l’opinione di Raffaella, Simona e Maria Grazia – Anni fa il lavoro dello speaker era molto più impegnativo sotto molto punti di vista, primo tra tutti l’assenza dei tecnici: eravamo noi, infatti, a mandare in onda le canzoni, le pubblicità, a terminare le trasmissioni e a iniziarle.

E inoltre, anche reperire le notizie in diretta era molto più difficile.

E fu così fino all’avvento dei teleschermi, ovvero una sorta di televisori su cui ci apparivano in diretta varie informazioni, sia sulla trasmissione che alcune notizie generali”.

Qual è il ricordo più bello legato alla vostra vita in radio?

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“Scegliere è veramente difficile – confessa Raffaella CoppolaMa se proprio devo, direi che la mia prima retribuzione è stato uno dei momenti più felici della mia vita radiofonica. Per me ha significato infatti concretizzare una grande passione in un vero e proprio lavoro, che mi ha poi accompagnata per tutta la vita. Con altrettanta gioia, però, ricordo anche quando scelsi di dedicarmi al giornalismo.

Entrai infatti negli studi di Rtl con l’ambizione di diventare una speaker, ma per farlo provai a passare dapprima dal settore giornalistico, come una sorta di “tappa di mezzo”. Da quel momento mi innamorai di questo mondo e scelsi di non lasciarlo più”.

“Il mio ricordo più bello è la mia primissima intervista – confida Simona MarianiMi ricordo che un giorno, appena iniziata la mia carriera, mi viene comunicato che in giornata avrei dovuto fare una telefonata con Nino D’Angelo e scambiare con lui qualche parola.

Ovviamente, avendo appena 16 anni, andai subito nel panico perché non riuscivo a immaginare argomenti da chiedere a un maestro come Nino. Insieme alla redazione però buttammo giù qualche domanda e alla fine tutto andò per il meglio”.

“Il mio ricordo più bello è un ricordo “romantico” – racconta ancora Maria Grazia MoriconiIn quegli anni, infatti, ero fidanzata con uno speaker dell’emittente “RadioMenta”.

Quando questo ragazzo partì per la leva militare, mi lasciò una “pizza”, ovvero una sorta di “disco” con incise diverse ore di registrazioni, con tutte le nostre canzoni preferite.

Per un anno, quindi, la mattina quando mi alzavo sentivo queste registrazioni e con l’immenso potere della musica sentivo di nuovo il mio ragazzo accanto a me anche se eravamo tanto distanti”.

(Matteo Somma)

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