TIVOLI - Gatto usato come bersaglio, “Gnocco” impallinato col fucile da caccia

La lastra individua una rosa di pallini sulla testa: non vede più. L’Associazione Kronos sul piede di guerra

E’ stato ritrovato sul ciglio della strada. Disorientato, gli occhi irrorati di sangue, la faccia traumatizzata ricoperta di croste e ferite.

L’ipotesi che si trattasse di un’infezione è durata sei mesi, avallata da più di un veterinario.

Almeno fino a quando chi lo ha trovato e se ne è preso cura ha deciso di cambiare medico e allora è emersa la verità: la testa era coperta di una rosa di pallini da caccia, il gatto era stato utilizzato come bersaglio.

“Gnocco”, il gatto randagio ritrovato a Tivoli con pallini da caccia su tutto il corpo

E’ la drammatica storia di “Gnocco”, un gatto randagio oggi amorevolmente accudito da Enrica M., una 50enne volontaria della “Accademia Kronos-Valle dell’Aniene”, l’associazione presieduta da Antonello Livi impegnata nel controllo del territorio per la difesa degli animali attraverso il Nucleo di Guardie Zoofile.

Ieri, giovedì 10 ottobre, la volontaria ha presentato denuncia contro ignoti per maltrattamento di animale presso la stazione dei Carabinieri Forestali di Guidonia Montecelio raccontando il calvario del gatto randagio.

La vicenda è iniziata il 23 marzo scorso, quando Enrica M., su segnalazione di un passante, si è trovata a soccorrere “Gnocco” sul ciglio di via Sant’Agnese, strada dove hanno sede abitazioni e due istituti superiori.

LEGGI ANCHE  CAPENA – Carri che offrono uva e vino: due giorni di festa per il 99° Vendemmiale

Un primo piano dei pallini di piombo conficcati nell’orecchio del gatto

Il micio versava in pessime condizioni: disorientato, occhi pieni di sangue, faccia ricoperta di croste e ferite, manifestava un forte prurito su tutta la cute.

La volontaria della “Accademia Kronos” aveva anche notato la presenza di piccoli pallini disseminati su testa e corpo, ma in quel momento non sospettava assolutamente di che natura fossero.

Fatto sta che la 50enne, amante degli animali e proprietaria di altri felini, ha deciso di prendersi cura del gatto e di chiamarlo “Gnocco”.

A quel punto, Enrica lo ha trasportato immediatamente in una Clinica Veterinaria di zona dove i sanitari hanno confermato il sospetto della donna: “Gnocco” aveva perso la vista. Gli stessi sanitari, però, avevano ipotizzato una forte infezione.

Un’ipotesi affatto convincente per Enrica, che per mesi ha cercato di farlo riprendere curandolo in casa con amore e dedizione.

I mesi trascorrevano, ma le infezioni agli occhi e alle orecchie non accennavano a essere lenite. Per questo la 50enne ha fatto sottoporre “Gnocco” a nuove visite in diversi altri ambulatori veterinari della zona.

Risultato? Nessun medico ha mai identificato la natura di quei pallini.

La radiografia ha accertato la presenza di una rosa di pallini da caccia sulla testa di “Gnocco”

Finché il 30 settembre scorso, durante l’ennesima visita presso l’ambulatorio di Roma, alla sola vista il Dottor Francesco Bucchia ha immediatamente identificato i pallini come “una rosa di pallini da caccia su tutta la testa”: ipotesi confermata anche mediante radiografia.

LEGGI ANCHE  FONTE NUOVA – Vandali al Parcheggio Multipiano, estintori rubati e manomessi

“E’ sconcertante che dopo mesi di visite e di terapie, si sia scoperto solo ora che la perdita della vista sia stata causata dal trauma subito e dalla probabile presenza di pallini di piombo nei bulbi oculari! – commenta Antonello Livi, Presidente della “Accademia Kronos-Valle dell’Aniene” – Solo grazie alla competenza del Dottor Bucchia, che ringraziamo, si è potuto capire e segnalare quanto accaduto in questa zona di Tivoli!

Il povero Gnocco è salvo ma ha sofferto molto e non è finita qui perché probabilmente dovrà essere sottoposto ad interventi non esenti da dolore.

Purtroppo, dal giorno in cui Gnocco è stato recuperato ad oggi, momento in cui è stato accertato il reato, sono trascorsi tanti mesi e il criminale che ha impallinato Gnocco potrebbe aver colpito tanti altri gatti o cani indifesi nella stessa zona!

Gnocco oggi nonostante tutta la sofferenza procuratagli è un micio felice e amato, ma è necessaria la collaborazione di tutti affinché fatti così gravi vengano denunciati e i colpevoli perseguiti”.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.