TIVOLI – Cenano e scappano dal locale, ventenni condannati per estorsione

Bravata finita in tragedia: il loro amico morto dopo essere rimasto infilzato alla recinzione

Avrebbe dovuto essere una serata in allegria tra amici, ma per fare una “bravata” finì in tragedia. Un ragazzo di appena 22 anni deceduto, una coppia di coetanei in manette per non aver pagato il conto al ristorante e aver aggredito le forze dell’ordine.

Sono trascorsi 4 anni e mezzo dalla morte di Giuliano Bergamini, il 22enne di Campolimpido, frazione alla periferia di Tivoli, deceduto per una sospetta setticemia.

Ieri, lunedì 18 novembre, il Tribunale di Tivoli ha chiuso un capitolo di quella drammatica vicenda balzata alle cronache nazionali.

Il Tribunale di Tivoli

ESTORSIONE E LESIONI PERSONALI: CONDANNATI I DUE AMICI

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Matteo Petrolati – ha condannato in primo grado per estorsione ai danni del ristorante “Antico Girarrosto”, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate Emanuele D. A., 26enne di Casal Bellini, e Denisa A. Z., 25enne dello stesso quartiere, riconoscendo ad entrambi le attenuanti generiche.

Al giovane è stata comminata una pena pari a un anno e 8 mesi di reclusione più una multa di 450 euro: il Collegio gli ha infatti riconosciuto la diminuente prevista per il vizio parziale di mente nel momento in cui ha commesso il fatto, per questo nei suoi confronti è stata disposta l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata almeno per un anno.

La ragazza dovrà invece scontare 2 anni e 8 mesi, più 750 euro di multa.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 15 giorni.

LA SERA DEL 22 LUGLIO 2020 FINITA IN TRAGEDIA

La recinzione del ristorante delimitata dal nastro bianco e rosso

Il fatto risale a mercoledì 22 luglio del 2020.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Tivoli, quella sera Giuliano Bergamini si recò a cena presso il ristorante “Antico Girarrosto” al civico 43 di via di Ponte Lucano insieme ad Emanuele D. A. e Denisa A. Z.

Assente il gestore Marco Paganelli, a servire i clienti nel giardino esterno del ristorante era stato il cameriere, un ragazzo 30enne di origini arabe.

Primi, secondi e un paio di bottiglie di vino, tanta allegria. Eppure quando era arrivato il momento di pagare il conto di 80 euro i due amici di Giuliano prima avevano avvertito il cameriere che non avrebbero scucito un centesimo, poi lo avevano minacciato di non chiamare i carabinieri.

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FUGA SENZA PAGARE IL CONTO E BOTTE AI CARABINIERI 

Stando sempre alla ricostruzione dei militari, a contattare il 112 sarebbero stati alcuni testimoni l’attenzione dei quali era stata richiamata dalle urla provenienti dal giardino del locale, dove nel frattempo Emanuele D. A. e Denisa A. Z. dalle parole erano passati ai fatti.

L’ingresso del ristorante “Antico Girarrosto” a Ponte Lucano di Tivoli

Spinte e sedie lanciate contro il cameriere prima di uscire dalla porta principale del ristorante. Giuliano Bergamini, invece, non aveva partecipato all’aggressione e nel frattempo stava tentando di dileguarsi scavalcando la recinzione del giardino del locale.

Una manovra scomposta e la coscia destra gli era rimasta infilzata su uno spuntone di ferro.

Stando sempre alla ricostruzione dei carabinieri, pare che all’arrivo della pattuglia Emanuele D. A. stesse aiutando l’amico a liberarsi mentre Denisa A. Z. iniziò ad inveire contro i militari.

Ammanettati e accompagnati in caserma, venerdì 24 luglio 2020 l’arresto della coppia fu convalidato dal Tribunale di Tivoli che li rimise in libertà con l’obbligo di firma in attesa del processo.

Durante l’udienza la 25enne si avvalse della facoltà di non rispondere, mentre il 26enne rese piena confessione.

L’ingresso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli

GIULIANO BERGAMINI, UN CALVARIO DI TRE GIORNI FINO AL DECESSO

Il calvario di Giuliano Bergamini era iniziato nella tarda serata di mercoledì 22 luglio 2020, quando era stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso di via Parrozzani.

Il mezzo del 118 lo aveva prelevato al ristorante “Antico Girarrosto” di via Ponte Lucano di Tivoli, dove il ragazzo nel tentativo di scavalcare la recinzione in ferro era rimasto infilzato all’altezza della coscia interna della gamba destra.

Alle 22,40 l’ingresso in ospedale, a mezzanotte e 50 le dimissioni con una prognosi di 10 giorni dopo che i sanitari gli avevano medicato e suturato la ferita lacero-contusa larga circa 7, 8 centimetri.

LE DIMISSIONI, L’INDOMANI MATTINA IL RITORNO IN CORSIA

Eppure, quella che ai medici era sembrata una semplice ferita ha iniziato a dare problemi a Giuliano Bergamini, se è vero che alle 11,38 del giorno dopo, giovedì 23 luglio 2020, il ragazzo si era ripresentato in pronto soccorso lamentando dolore alla gamba destra e difficoltà a muoverla.

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I sanitari di turno lo avevano trovato vigile, orientato e in condizioni generali buone.

Tuttavia si erano tolti qualsiasi scrupolo, sottoponendolo prima alla visita generale, poi ad una Tac torace, che non aveva rilevato alterazioni, e infine ad una radiografia alla gamba destra che aveva escluso lesioni ossee.

Attraverso l’ecografia, invece, i medici avevano notato la tumefazione dei tessuti molli della coscia destra e una lacerazione muscolare all’altezza del quadricipite, oltre a qualche linea di febbre.

GIOVEDI’ 20 LUGLIO 2020, UNA NOTTE TORMENTATA

Ricoverato in corsia con la flebo al braccio, durante la notte tra giovedì 23 e venerdì 24 luglio Giuliano Bergamini era apparso agitato, anche a causa del dolore, al punto da rimuoversi più volte l’ago dalla vena.

Al mattino i medici avevano notato che la coscia destra si era gonfiata e il ragazzo accusava sempre più dolore.

Ma l’emergenza scattò soltanto poco dopo le 9, quando Giuliano fu ritrovato sul pavimento del bagno in arresto respiratorio.

A quel punto, i sanitari in servizio praticarono le manovre rianimatorie ma le sue condizioni erano già gravissime.

Erano circa le 10,30 e da quel momento le condizioni di Bergamini precipitarono.

Prima una Total body, poi una radiografia al torace.

A insospettire i medici era la coscia destra che si era gonfiata ancora di più ed era violacea e livida a chiazze, per questo il 22enne fu sottoposto alla trasfusione di tre sacche di sangue e ad una terapia antibiotica nell’ipotesi di una setticemia fulminante.

Una volta intubato e sedato, i sanitari decisero finalmente di verificare le condizioni della ferita suturata neppure 36 ore prima in pronto soccorso.

Rimossi i punti, sotto il taglio superficiale c’era un piaga profonda già in putrefazione. Una situazione disperata, resa ancor più tragica dal fatto che né le trasfusioni né la terapia anticoagulante avevano sortito il benché minimo effetto.

Alle 17,35 la richiesta di intervento dell’eliambulanza per il trasferimento presso un ospedale più attrezzato per un caso tanto grave.

Alle 17,51 la partenza verso il San Camillo in prognosi riservata e con una diagnosi spietata: “grave shock settico”.

Sabato mattina 25 luglio 2020 il decesso.

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