GUIDONIA – Chiede il permesso di soggiorno con la residenza falsa

L’egiziano si è appellato al Tar contro il diniego: condannato a risarcire la Questura

Si è presentato all’Ufficio Immigrazione per richiedere il permesso di soggiorno, ma alla domanda ha allegato un certificato di residenza fasullo.

Per questo il permesso gli è stato negato.

Tuttavia, lui non si è perso d’animo e si è rivolto alla giustizia amministrativa convinto delle sue ragioni. Il risultato è stato sempre lo stesso: nessun permesso di soggiorno.

Il caso emerge dalla sentenza numero 1183 – CLICCA E LEGGI LA SENTENZA - pubblicata martedì 21 gennaio dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.

Protagonista della vicenda è un cittadino egiziano che l’8 luglio 2020 presentò alla Questura di Roma domanda di permesso di soggiorno per lavoro autonomo, rigettato il 18 agosto 2021 in quanto il certificato di residenza allegato alla domanda non corrispondeva all’effettiva residenza del richiedente.

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Davanti al Tar la Questura ha ribadito che “il certificato prodotto era palesemente falso non essendo mai stato il richiedente iscritto alle liste della anagrafe del Comune di Guidonia Montecelio.

Inoltre l’egiziano non aveva assolto l’onere di provare la titolarità di una dimora fissa.

Secondo il Tar, il ricorso è manifestamente infondato tanto più che durante la causa non è emerso alcun elemento dal quale dedurre la erroneità della valutazione operata dalla Questura: il cittadino egiziano, infatti, non ha provato di risiedere nell’immobile indicato nel certificato di residenza allegato.

L’extracomunitario è stato condannato a pagare 1.500 euro per le spese sostenute dalla Questura di Roma.

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