prostituzione sulle strade della Capitale, riduzione in schiavitù ed alla tratta di giovani donne di nazionalità romena reclutate nei territori d’origine e avviate alla prostituzione esercitando su di esse poteri corrispondenti al diritto di proprietà, approfittando di una situazione di inferiorità psichica, dell’estrema povertà delle famiglie d’origine e privandole della libertà personale, sottoponendole ad un grave ed insuperabile stato di soggezione psicologica e di vera e propria coercizione fisica. Le giovani donne, attirate da connazionali con la promessa di un lavoro stabile e sicuro, una volta in Italia venivano private dei documenti, intimidite con minacce di morte e poi rivendute ad altri connazionali o messe in palio come premi nei giochi d’azzardo. Per una ragazza i segni rimarranno indelebili: circa tre anni fa è stata infatti “marchiata a fuoco” con l’iniziale del nome del suo sfruttatore.
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