Scripcariu, un coetaneo e connazionale, un balordo senza fissa dimora con qualche denuncia sulle spalle e poca voglia di lavorare che giovedì sera 31 maggio ha messo la parola fine all’esistenza di una ragazza che sognava un futuro migliore, con un uomo migliore.
Ora Scripcariu è piantonato in un letto d’ospedale al policlinico “Umberto I” di Roma in condizioni gravissime per le coltellate che si è auto inferto dopo aver martoriato il corpo dell’ex fidanzata in piazzale delle Nazioni Unite, nel pieno centro di Tivoli. Il pubblico ministero di turno in Procura Lelia Di Domenico gli contesta l’omicidio volontario e il porto abusivo di arma bianca, un coltello con una lama di oltre 30 centimetri sequestrato dalla Polizia.
Secondo la ricostruzione degli agenti del commissariato di Tivoli, si tratta di un delitto passionale, che Scripcariu aveva pianificato da chissà quanto. Stando alle testimonianze raccolte dagli uomini diretti da Giancarlo Sant’Elia, pare che già nel tardo pomeriggio di giovedì scorso il 23enne romeno si aggirasse nei paraggi del “Bar Cesare” di viale Pietro Tomei dove la vittima lavorava come banchista da sette mesi. Giusto il tempo per il quale era durata la relazione tra i due giovani, fatta di convivenza e contrasti.
Certo è che alle 22, al termine del turno di Bianca Claudia Beuca, Scripcariu s’è fatto trovare davanti al locale. La “sorpresa” non deve essere stata delle migliori per la ragazza, uscita in compagnia di una collega, eppure l’ex fidanzato è riuscito a conquistare per l’ennesima volta la sua fiducia visto che la vittima l’ha fatto salire a bordo della Renault Twingo, facendosi accompagnare dalla baby sitter alla quale lasciava solitamente il figlioletto.
Fatto sta che, preso il bambino e legato al seggiolino sul sedile posteriore dell’auto, Bianca è ripartita, ha attraversato piazza Garibaldi e imboccato piazzale delle Nazioni Unite, il viale lungo il quale sono situati i chioschi turistici. Erano le 22,15, quando un passante ha assistito in diretta all’orrore e ha allertato il 113.
Bianca era esanime al volante, il corpo ricoperto di sangue. Andrei è sceso, vibrandosi addosso una serie di pugnalate, l’ultima delle quali all’addome prima di perdere il controllo della lama. A quel punto, un testimone è intervenuto, con un calcio ha allontanato il pugnale afferrando il figlioletto piangente della vittima e mettendolo in salvo.
Stando sempre alla ricostruzione degli inquirenti, Scripcariu ha trovato la forza di rialzarsi dall’asfalto, salire in auto, infilarsi sul sedile posteriore e tirare a sé l’ex fidanzata. Quando sul posto sono intervenute le volanti del commissariato e le ambulanze del 118, il quadro della Twingo era ancora acceso, mentre i corpi dei due giovani erano l’uno sopra all’altro, uniti quasi in un abbraccio mortale. Le condizioni di Bianca Claudia Beuca sono apparse subito disperate, tant’è che al pronto soccorso del “San Giovanni Evangelista” è stato possibile soltanto diagnosticarne il decesso.
I sanitari, invece, sono riusciti a tamponare l’emorragia dell’assassino e a trasferirlo all’Umberto I. Quando si risveglierà dovrà spiegare tante cose agli inquirenti, convinti come sono che il balordo abbia pianificato tutto e che soltanto il luogo del delitto sia stato casuale.
Gli uomini di Sant’Elia ritengono plausibile che Andrei Scripcariu sia arrivato al “Bar Cesare” per sgozzarla, ma il piano sia saltato per la presenza della collega di lavoro di Bianca.
A quel punto ha dovuto attendere anche che l’ex fidanzata riprendesse dalla baby sitter il figlioletto avuto da una precedente relazione. Resta un unico dubbio: perché la vittima si è fidata ancora del suo carnefice nonostante avesse deciso di metterci una pietra sopra.
Nel 2010 provò a fare la pelle a un 16enne
Senza un lavoro fisso, senza una fissa dimora, ospite in casa di connazionali in vicolo del Melangolo 30, nella Tivoli vecchia.
E’ questo Andrei Scripcariu, originario di Moreni, 23 anni da compiere a settembre, e un paio di denunce negli ultimi 2 anni. L’ultima, pochi mesi fa per un furto di bottiglie alla Gs di viale Tomei, a due passi dal “Bar Cesare” dove l’ex lavorava.
Ce n’è un’altra del 2010 che balzò agli onori della cronaca. Era il 18 febbraio quando Scripcariu fu denunciato dalla Polizia per porto abusivo di arma bianca e minacce aggravate in concorso con Vasile G., classe 1990, Roger Marian I., classe 1993, ed Elisei B., classe ‘91.
Tutti insieme tentarono di fare la pelle a un sedicenne dell’Albuccione, studente del “Rosmini”, atteso all’uscita dal Centro di formazione professionale e rincorso per mezza Tivoli armati di un coltello.
Un agguato in piena regola fallito solo perché il sedicenne si rifugiò in commissariato. Gli agenti bloccarono i 4 in via della Missione, sequestrando il coltello a farfalla con una lama superiore ai 10 centimetri. Il gruppo di romeni da oltre un mese perseguitava lo studente, da quando cioè sabato 16 gennaio 2010 il ragazzo si imbattè nel “branco” mentre passeggiava nel centro commerciale “Tiburtino” con la fidanzata, una coetanea di Guidonia dello stesso istituto.
I quattro romeni non s’erano fatti scrupolo nel pronunciare pesanti apprezzamenti nei confronti della studentessa, tant’è che il fidanzato aveva prima cercato di rimetterli in riga e farli smettere per poi allontanarsi con la ragazza dal centro commerciale di fronte alla reazione della banda.
Se non fosse che dieci giorni più tardi il sedicenne li incontrò di nuovo al “Tiburtino” e i romeni lo affrontarono con lo stesso atteggiamento spavaldo e minaccioso, costringendolo ad allontanarsi dal centro commerciale. Evidentemente, ai quattro non andò a genio la reazione dello studente, a tal punto da organizzare una vera e propria spedizione punitiva. (ma. sa.)