quattordici modelli per un valore complessivo di oltre duemila euro. Il quinto tentativo è stato fatale per Massimo R., 34 anni, pregiudicato romano di Boccea, un vero “artista” del genere, capace di neutralizzare le placchette antitaccheggio nel giro di pochi secondi senza farsi scoprire dal personale.
Lunedì pomeriggio 2 luglio la Polizia lo ha “pizzicato” all’uscita del punto vendita di viale Trieste 59, a Tivoli centro, dov’era tornato per la terza volta in una settimana, spingendo il figlioletto di due anni sul passeggino per non destare sospetti. Gli agenti, però, non si sono fatti intenerire e lo hanno denunciato per furto e ricettazione, sequestrando nella sua auto una borsa contenente refurtiva per un valore di 6 mila euro.
Sotto sequestro è finito anche il telefono cellulare sul quale Massimo R. riceveva le ordinazioni da parte dei clienti.
La scorribanda tiburtina del 34enne è iniziata sabato pomeriggio 23 giugno nel punto vendita di viale Trieste. Camicia e pantalone bianchi, borsa di pelle nera a tracolla, s’era presentato al bancone spacciandosi per un certo Marco Aversa, libero professionista: dati inventati, ad eccezione dell’indirizzo lasciato alle operatrici della D&P. “Dovrei sostituire le lenti ai miei Ray Ban”, aveva detto, specificando il modello d’occhiali.
Prima di imboccare l’uscita, però, era rimasto per una decina di minuti davanti agli espositori, incurante di essere immortalato dalla telecamera di sicurezza.
Le immagini sequestrate dalla Polizia lo ritraggono mentre, dopo un lavoro certosino di ricerca, infila in borsa un modello Ray Ban e uno della Oakley, nasconde le placche antitaccheggio sugli espositori e poi svanisce nel nulla.
Quarantott’ore più tardi – lunedì pomeriggio 25 giugno – seguendo lo stesso copione era riuscito a infilarne altre tre paia in borsa e ad andarsene indisturbato. Dieci minuti, medesima scena da “+Vista”, un altro negozio della catena “D&P” al chilometro 2,300 della Maremmana inferiore, a Villa Adriana.
Stessa richiesta di nuove lenti per i suoi fantomatici Ray Ban da sole, stesse generalità e professione inventate, stessa messinscena del bravo cliente interessato all’acquisto di modelli all’ultimo grido.
Risultato: 4 occhiali rubati, più altri 5 trafugati due giorni dopo – mercoledì 27 giugno – nella stessa fabbrica tiburtina.
A quel punto, sono scattate le denunce da parte di Enrico De Luca e Stefano Pascucci, soci della “D&P” e responsabili rispettivamente del punto vendita di viale Trieste e di via Maremmana inferiore. Attraverso le immagini, i poliziotti hanno identificato il 34enne mettendo in guardia gli ottici, convinti com’erano che il ladro sarebbe tornato.
Detto, fatto. Lunedì pomeriggio 2 luglio Massimo R. s’è ripresentato in viale Trieste spingendo il passeggino col figlioletto a bordo. Così le commesse, giocando d’anticipo, gli hanno comunicato che le lenti erano pronte, ma il 34enne ha preso tempo dicendo di non avere soldi con sé. Tuttavia, ha rimesso in piedi il solito programma e pochi minuti dopo ha lasciato il negozio forse sospettando di essere stato “tanato”.
La fuga è stata interrotta dall’intervento dei poliziotti che all’interno del negozio hanno recuperato una placchetta antitaccheggio appena staccata, senza però riuscire a recuperare l’occhiale trafugato.
Nella sua auto – una Twingo gialla – gli inquirenti hanno rinvenuto una valigetta contenente una ventina di occhiali Ray Ban e Oakley, nessuno dei quali di proprietà De Paolis & Pascucci. Segno che il 34enne nelle ultime settimane ha “ripulito” anche altri grandi negozi di ottica della zona, agendo sempre su commissione.
Per Massimo R. è scattata anche la segnalazione alla Procura presso il Tribunale dei Minori: ai giudici dovrà spiegare perché si faceva accompagnare dal bimbo durante le sue “imprese”. Chissà se riuscirà a convincerli di essere un buon padre.
Ladro di occhiali su commissione Portava con sé il figlio sul passeggino
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