18 luglio al cimitero ebraico di Prima Porta lo hanno salutato più di duecento persone venute da tutta Italia e dall’estero tra amici con cui ha condiviso i tanti progetti di questi anni. Centinaia i giovani che negli anni aveva coinvolto in avvenimenti teatrali, musicali e di partecipazione.
Gli amici lo ricordano per i pensieri che aveva condiviso con le persone più strette, per la sua curiosità di scoprire sempre nuovi orizzonti.
Dopo le elementari alla Vittorio Polacco di Roma e le medie a Santa Lucia, si era iscritto all’allora liceo classico Orazio di Monterotondo. Dopo aver perduto un anno, ne aveva recuperati tre diplomandosi da privato, poi si era iscritto alla facoltà di Lettere a La Sapienza preferendo poi proseguire come autodidatta.
Daniel è il figlio del regista Giancarlo Zagni ormai da più di quarantanni residente nel nostro territorio. Proprio con il padre aveva lavorato giovanissimo nella rievocazione storica di Carlo Magno che dal 1994 per alcuni anni era nata per conferire a Mentana un collegamento culturale alla via Carolingia. Furono varie le esperienze teatrali dirette da Giancarlo Zagni a Mentana sotto l’egida dell’assessore alla cultura di Mentana Sergio Barbadoro in cui Daniel si distinse in ruoli polivalenti. Sempre in quel periodo Daniel fece l’assistente alla regia a Luigi Magni nel film “Nemici d’infanzia”.
Ma Daniel che scriveva canzoni e testi teatrali fin dalla prima adolescenza cercava esperienze di creatività da portare avanti collettivamente. Trovò l’occasione giusta al liceo scientifico Peano a Monterotondo, dove iniziò una collaborazione molto proficua con la professoressa di lettere Paola Prandi che, rimasta molto colpita dalla rappresentazione di Carlo Magno, voleva istituire un “Laboratorio di comunicazione attraverso il linguaggio teatrale” .
Iniziarono con “La Mandragola” di Machiavelli e a Daniel venne subito l’idea originale di “popolarizzare” i personaggi della commedia abbinando a ognuno delle canzoni del momento che ne descrivessero il carattere. Dopo il successo del primo anno, il progetto riuscì a coinvolgere un numero sempre più ampio di studenti e andò avanti per ben 12 anni. Portarono in scena fantasiosi adattamenti del “Piccolo Principe”, “Pinocchio”, “Don Chisciotte”, ma anche opere originali come “Il Muro” basate su un incontro multiculturale e portata in scena anche in una sala di Roma. L’idea di base di questi corsi era quella di coinvolgere gli studenti nella scrittura e nell’adattamento, perfezionando l’aspetto della comunicazione. Daniel curava la regia, ma in pratica faceva di tutto: suonava, cantava, arrangiava e scriveva coinvolgendo i ragazzi nell’atto creativo.
Negli anni hanno partecipato circa un migliaio di studenti, un numero considerevole di questi lavorano oggi nel campo della comunicazione o del teatro o ne han fatto un sogno di vita.
Uno studente dell’epoca oggi ricorda “Ho conosciuto Daniel al liceo, grazie al laboratorio teatrale, un’esperienza bellissima! Di lui il ricordo di una persona sempre disponibile, solare, capace di trasmettere un grande entusiasmo”.
Mercoledì scorso non sono potuti mancare all’ultimo saluto, con uno striscione che ricordava le esperienze di quegli anni.
Proprio in questo periodo la professoressa sta raccogliendo tutti i lavori in un volume che dovrebbe trovare una prossima pubblicazione.
Nel 2001 in piazza del Mercato a Napoli aveva fatto l’aiuto regista alla rappresentazione teatrale tratta dal libro “Il fuoco del sole”, tragedia sulla vita di Giordano Bruno, davanti a cinquemila persone con Massimo Ghini nel ruolo principale e mandata in onda su Rai 2 nella trasmissione “Palcoscenico”.
Daniel scrisse anche una favola per adulti dal titolo “Il principe dagli occhi blu” che ora la famiglia vorrebbe pubblicare.
Prima di passare gli ultimi anni di vita a Londra, Daniel era molto radicato sul territorio e conosciuto da molti coetanei e giovanissimi tra Mentana, Fonte Nuova e Monterotondo. Nel comune eretino, oltre al teatro del Peano, frequentava il centro sociale “Il cantiere”. Con alcuni amici di Fonte Nuova nel 2002 aveva formato un gruppo rock che suonava solo musiche originali: i “Krys”, ossia lui alla batteria, Diego Barillaro alla chitarra, Alessandro Iacobellis al basso, Christian Florido alla chitarra e voce. Daniel in realtà cantava e suonava tutti gli strumenti. Proprio in questi giorni gli amici hanno deciso di ritrovarsi dopo un periodo di inattività e ritornare a suonare per organizzare un concerto in memoria dell’amico che non c’è più.
Un’altra pagina importante della vita di Daniel Zagni è stata quella politica. Politicamente vicino a Barbadoro si era candidato per tre volte alle elezioni a Mentana e Fonte Nuova con i Comunisti Italiani. Nel 2004 il sindaco Giovanni Vittori, dopo la sua elezione, gli aveva assegnato la delega alle politiche giovanili. Daniel aveva trovato molto entusiasmo nel polarizzare le sue tante idee per trarne qualcosa di concreto per i suoi coetanei. Al primo punto aveva messo la ricerca di uno spazio di aggregazione giovanile e per sensibilizzare i cittadini sulla questione, organizzò un concerto in un locale presso lo stadio XII Apostoli.
Poi arrivò l’idea più importante, che fu però anche quella che lo allontanò dalla politica: organizzare un evento dedicato a Sergio Endrigo, il “Festival della fantasia” che consisteva in un concorso per i gruppi emergenti e un grande concerto a cui invitare artisti di caratura nazionale. Avevano dato un primo assenso Lucio Dalla e l’amico e vicino di casa di via delle Molette Sergio Bardotti. Aveva un accordo con l’assessore alla Cultura di Roma Gianni Borgna ma proprio quando arrivavano altre adesioni e l’interesse generale, Daniel si rendeva conto di non essere supportato dalla politica locale per reggere l’impatto di un evento così imporante e decise di mollare disilluso.
In breve tempo maturò l’idea di andare a Londra, dove arrivò nel 2008.
Lavorò prima nelle pubbliche relazioni, poi come fonico nei locali dove c’era musica dal vivo. Quindi iniziò a girare dei videoclip musicali ai gruppi. Tornò a suonare. Ad agosto dello scorso anno proprio dopo un concerto iniziò ad accusare dei dolori a una spalla che nei mesi successivi si rivelavano essere dovuti a un sarcoma sinoviale, un tumore raro e statisticamente poco curabile. Daniel ha affrontato la malattia a modo suo. Si è documentato a fondo per seguire un percorso fuori dai protocolli oncologici e ha maturato l’idea del “passaggio” con grande serenità, senza riversare paure o ansie ma enfatizzando l’importanza dell’amore tra le persone che gli stavano vicino. Daniel Zagni si è dimostrato un “visionario” per come ha lottato per i suoi ideali fino all’ultimo con grande dignità.
Addio Daniel Zagni, giovane artista visionario
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