GUARDA IL VIDEO Si chiama Obbligo o Verità, è un passatempo molto in voga tra gli studenti, specie tra quelli che non sanno come passare l’ora “di buco”.
I ragazzi della terza B della scuola media di Setteville ne sono tanto appassionati da averlo filmato coi telefonini nei centoventi minuti da dedicare alla ginnastica, diventati l’occasione giusta per fare “baldoria” in assenza dell’insegnante e alla presenza di un sostituto alla cattedra.
Musica a palla, schiamazzi, urla e risate di gioia per un gioco vecchio come il mare ma che nella variante moderna prevede tanto di riprese video coi cellulari. Un gioco che per quattro alunni – tre femmine e un maschio – è finito con la sospensione per un giorno ordinata dal preside Stefano Simboli.
Una punizione esemplare, che potrebbe avere delle conseguenze per i ragazzi e che per il momento ha suscitato non poco malumore tra i genitori.
Il motivo del malumore sta proprio nella causale del provvedimento, cioè nella violazione della normativa scolastica che vieta l’uso del telefono cellulare durante le ore di lezione. Le famiglie, infatti, contestano in toto la decisione del dirigente scolastico che ha penalizzato soltanto quattro dei venti alunni presenti, puntando il dito anche sul docente incaricato di supplire la collega di Educazione Fisica, forti delle videoregistrazioni fatte dai ragazzi coi cellulari che ritraggono più che due ore di insegnamento, centoventi minuti di ricreazione.
Il “fattaccio” si è consumato tra le dieci e mezzogiorno di giovedì mattina 4 ottobre in terza B, una classe ospitata nella ex mensa scolastica al piano terra del plesso di via Carlo Todini. In questi casi, si sa come funziona e il proverbio “quando il gatto non c’è, i topi ballano” pare fatto apposta per l’episodio in questione. Tant’è che le immagini realizzate da Agnese e Leonardo – i nomi sono tutti di fantasia – coi rispettivi Samsung Galaxy, da Carla con l’Iphone e da Stefania col Tribe ritraggono una scolaresca che se la spassa in classe, mentre l’insegnante se ne sta seduto in cattedra davanti al computer.
Fatto sta che tra un gioco e una risata le due ore di buco sono volate via, se non fosse che l’indomani durante una riunione di classe Leonardo ha finito per raccontare alla prof d’Italiano Giulia De Simone quanto s’erano divertiti il giorno prima, assumendo i video come prova nel maldestro tentativo di difendersi da una compagna che lo accusava di averle infilato un aeroplanino di carta dentro l’occhio.
A quel punto, è scoppiata la “bomba”, perché la De Simone ha immediatamente requisito i cellulari all’intera scolaresca, restituendoli a fine lezioni e relazionando dell’accaduto il preside sulla base delle dichiarazioni spontanee rese da Leonardo.
Così, mentre i ragazzi hanno continuato a giurare che il supplente sapeva tutto e aveva per giunta dato il consenso a quella “gazzarra” filmata, martedì 9 ottobre il consiglio di classe ha “sentenziato” la sospensione dalle lezioni che i quattro studenti hanno “scontato” giovedì 11.
“Essendo la scuola luogo di promozione dei diritti fondamentali – si legge nel provvedimento firmato dal preside Simboli e indirizzato alle famiglie – e avendo tra gli obiettivi primari quello dell’educazione alla legalità, si ritiene opportuno sottolineare il comportamento irriguardoso con una punizione che, auspichiamo, costituisca momento di seria riflessione.
Sicuri di avere la collaborazione della famiglia per orientare l’alunno verso una sempre maggiore consapevolezza del proprio agire, invitiamo i genitori ad accompagnarlo al suo rientro a scuola che avverrà il 12 ottobre”.
Il Preside:
E’ al secondo anno di dirigenza scolastica a Setteville, ma – a sentirlo parlare – a Stefano Simboli il lavoro non manca di certo. Quattro sospensioni in terza media, una sospensione in seconda media. Il provvedimento di massa per la terza B è sicuramente il caso più eclatante: quattro sospesi per l’uso improprio del cellulare.
“Non è per questo, è anche per questo – sottolinea il preside, contattato telefonicamente giovedì pomeriggio 11 ottobre – Gli alunni sono stati sospesi perché durante un’ora di sostituzione si sono comportati in maniera scorretta, hanno fatto un filmino riprendendo un professore e si sono pure divertiti. Non solo, ma se ne sono vantati la mattina dopo con gli altri professori, la vicepreside me l’ha riferito, il giorno stesso si è tenuto il consiglio di classe che ha deciso di dare un giorno di sospensione ciascuno.
Che significa: si sono vantati?
“Significa che alla professoressa d’Italiano hanno riferito di aver fatto un casino, di aver fatto un filmino e ripreso il professore. Per gioco un ragazzo ha detto al professore che doveva pagare pegno e avrebbe dovuto ballare con lui. Purtroppo questo insegnante è una persona molto debole, che non riesce a tenere la disciplina, e lui si è messo a ballare, lo hanno ripreso e si sono divertiti. Questo non è consentito. Questa è la motivazione”.
Secondo i genitori quella non era un’ora di lezione vera e propria.
“Infatti era un’ora di sostituzione, ma questo non significa che se manca il professore e ne viene un altro, i ragazzi sono autorizzati a fare ciò che vogliono”.
Secondo i genitori è stato proprio il professore ad autorizzare i ragazzi a fare come gli pareva.
“Il professore a me ha detto di non aver autorizzato i ragazzi a fare ciò che volevano. Mi ha riferito di aver detto loro di ripassare, di studiare e di fare tutto con molto silenzio altrimenti avrebbero dato fastidio alle altre classi”.
Preside, lei li ha visti i filmati?
“No, io non li ho visti”.
In realtà ritraggono venti alunni tutt’altro che impegnati nello studio.
“Lo so. Ripeto, il professore non riesce a tenere la disciplina e ho le mani legate. Però ho voluto dare un segnale ai ragazzi, sono andato in classe e ho detto loro che queste cose non le accetto. Così la prossima volta che capita una supplenza, loro sanno che devono comportarsi in maniera corretta nel rispetto delle regole. Quindi i genitori non possono crare problemi, perché al di là del professore debole e a maggior ragione che il professore è debole e si fa mettere i piedi in testa, i figli dovevano essere ancora più consapevoli e non fare quello che hanno fatto. Io non li giustifico questi ragazzi”.
Preside, non saranno mica gli alunni a dover insegnare ai docenti il loro mestiere.
“No, però loro devono rispettare le regole, chiunque abbiano davanti. Loro devono rispettare le regole che conoscono perché stiamo parlndo di una terza media e quindi devono sapere che chiunque sia in classe va rispettato”.
Le stesse immagini ritraggono non quattro alunni, ma l’intera classe che fa baldoria.
“Io non ho visto il filmato, ma domani (venerdì, ndr) o lunedì me lo voglio vedere. Ripeto, io ho ripreso il professore, ma più di questo non posso fare. Se lo conoscesse si renderebbe conto a vista di ciò che sto dicendo, ma ciò non giustifica il comportamento dei ragazzi. Per cui la punizione a inizio anno serve per far capire loro che le regole vanno comunque rispettate. L’educazione viene prima di tutto”.
Il provvedimento disciplinare inciderà sull’esito finale?
“Non incide niente. Ho rassicurato gli studenti che si tratta di un giorno di sospensione: se continueranno a comportarsi male il discorso potrebbe diventare più importante. A me non piace punire, ma ho il dovere per far rispettare un minimo di tranquillità: così sanno prima che chi sgarra, paga. Devono soltanto abituarsi a non farlo più”.
E’ la prima volta che un episodio simile succede a Setteville?
“E’ la prima volta che io prendo un provvedimento così drastico, ma non potevo farlo passare, perché se passava avrei dato la possibilità a tutti di fare il caos. E io non sono d’accordo”.
Preside, cos’è cambiato da trent’anni a oggi?
“E’ cambiato che non c’è più rispetto. E che prima se andavi a casa e dicevi di aver preso una nota rimediavi uno sberlone, adesso invece i genitori dei ragazzi sospesi vanno al giornale. Questo è cambiato. Comunque i genitori dovevano rimproverare i figli, poi venivano eventualmente da me in maniera riservata e io parlavo con loro, ma mai far vedere ai figli che ci pensa papà o mamma perché così si va allo sfascio totale”.
I genitori dicono di far pesare le punizioni ai loro ragazzi e se in questo caso li difendono è perché non li ritengono responsabili in toto.
“Non sono loro a decidere queste cose, sono io a farlo. E ho deciso che comunque sia l’ammonizione andava erogata”.
Solo a quattro…
“Certo solo a quattro, cioè a quelli che si sono vantati e sono stati più agitati degli altri. Anche perché una punizione a tutta la classe non ha senso: se è solo a quattro, gli altri ci stanno molto più attenti”.
Sono tre femmine e un maschio: anche in questo caso è cambiato qualcosa da trent’anni a oggi?
“Certo. Tant’è che tre giorni fa ho sospeso un’altra bambina sempre per un giorno per aver mandato a quel paese una professoressa. Una bambina di seconda media, una gnappettina alta un metro che tranquillamente ha detto mavaffa… Non è consentita una cosa del genere”.
Setteville è una realtà diversa dalle altre?
“No, sono tutte uguali”.