gruppo, e stava percorrendo quelle poche decine di metri per tornare a casa all’angolo con via Goldoni. Dal lato chiesa ha attraversato la Nomentana sulle strisce pedonali verso via Goldoni, quando è arrivata una moto Yamaha T-Max 500 che viaggiava in direzione Mentana. L’impatto è stato violento e Bitti è finito in terra, a due metri circa dalle strisce pedonali, mentre la moto ha proseguito la sua corsa. Immediatamente è scattato il tam tam dei soccorsi e il pensionato è stato trasportato da un’ambulanza del 118 all’ospedale di Monterotondo. Dal Santissimo Gonfalone è stato poi trasferito d’urgenza al Policlinico Umberto Primo dove è morto poco dopo le 4 del mattino.
L. C. residente a Tor Lupara, che non si era fermato dopo l’incidente, è tornato indietro in un secondo momento, ma Bitti era già stato portato all’ospedale. Così lo ha raggiunto al nosocomio eretino per accertarsi delle condizioni di salute della vittima. Si è recato anche presso la stazione dei carabinieri di Mentana, dove non è stato denunciato per omissione di soccorso, ma la successiva morte del pensionato ha fatto scattare in automatico la denuncia a piede libero per omicidio colposo. Dagli accertamenti fatti dai carabinieri coordinati dal maresciallo Angelo Sgueglia, il giovane, con diversi precedenti alle spalle, è risultato sprovvisto di patente per guidare la moto e di assicurazione. Il mezzo era intestato a un cittadino romeno.
Il sostuito procuratore della Repubblica di Tivoli Giuseppe Mimmo, titolare delle indagini, ha disposto l’esame autoptico che si è svolto presso il reparto di Medicina legale de La Sapienza.
La vittima: Gaetano Bitti rincasava, dopo aver recitato il Rosario con la Madonnina di Fatima
Gaetano Bitti dedicava la sua vita al volontariato, alla famiglia e alla preghiera. Impiegato Unitalsi in pensione, lascia la moglie e due figli. Era nato a Falerone, in provincia di Ascoli Piceno, il 28 marzo del 1939. Aveva lavorato da giovane come ferraiolo, poi è entrato a lavorare all’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali).
Lunedì 11 febbraio un pensiero particolare per Gaetano è stato rivolto presso la parrocchia Gesù Operaio di Monterotondo, dove si è svolta una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Ernesto Mandara con l’Unitalsi diocesana in occasione del quarantesimo anno di fondazione della sottosezione Sabina durante la festa di Nostra Signora di Lourdes XXI Giornata del malato.
Gaetano Bitti era sempre stato impegnato nel volontariato e attualmente frequentava il Nomentana Hospital. Tra tutti i malati a cui portava sostegno, anche Don Lino Petricca, dove si dava il cambio con altri tre signori della zona per seguirlo.
Mercoledì sera si era recato al tradizionale appuntamento per il rosario, presso l’abitazione di Mario Aspromonte in via Machiavelli. Il gruppo si passa ogni mese la statuina della Madonna di Fatima e il gruppo si riunisce poi una volta a settimana di mercoledì per recitare il rosario.
«Ci eravamo visti come tutti i mercoledì intorno alle 9 di sera, insieme a una decina di persone – spiega Aspromonte – e abbiamo pregato per un’oretta. Poi abbiamo fatto due chiacchiere tutti insieme e ci siamo salutati. Gaetano mi aveva chiesto se poteva tornare venerdì che c’era un altro incontro di preghiera con dei giovani e io gli ho risposto che mi avrebbe fatto piacere. Poi verso le 11 ci è arrivata la telefonata per annunciarci la tragedia. Siamo andati tutti all’ospedale, ma purtroppo non c’era nulla da fare».
«Conoscevo Gaetano da quarant’anni, da quando sono venuto ad abitare in via Goldoni a Tor Lupara – spiega ancora – eravamo vicini di casa e abbiamo fatto amicizia. Io lavoravo come muratore, lui come ferraiolo. Dopo due anni mi sono trasferito qui in via Machiavelli, ma abbiamo continuato a frequentarci. Era una di quelle persone davanti cui bisogna togliersi il cappello. Non si perdeva mai una preghiera. Sempre attivo nel volontariato e pronto a fare del bene verso il prossimo».