Municipio. Un rogo ha ridotto in carcasse quattro automobili, danneggiando la facciata del palazzo e le vetrate di tre esercizi commerciali, che ci hanno rimesso le vetrine e le saracinesche.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della locale stazione di Tivoli diretta dal maresciallo Rolando Torti, le fiamme si sono accese poco dopo l’una della notte nel vano motore di una Smart parcheggiata fra le auto in sosta lungo il marciapiede della piazza e quelle lasciate negli stalli blu perpendicolari.
Da quel momento in poi l’incendio si è esteso prima a una Y10 parcheggiata nei pressi del negozio di antichità al civico 1 di piazza Sabucci, quindi a una Daewoo Matiz antistante il condominio al civico 5 e il negozio di orafo al 6, infine a una Citroen Saxo ferma nello stallo davanti alla copisteria “La Carteria” al civico 7.
Il primo a dare l’allarme al 115 e al 112 è stato un giovane che rincasava nei paraggi. Così subito dopo è sopraggiunta una pattuglia dei carabinieri da via Aldo Moro, mentre l’intervento dei vigili del fuoco è stato ritardato a causa di problemi tecnici al distaccamento di Villa Adriana. Sul posto infatti è intervenuto un equipaggio da La Rustica, che non senza difficoltà è riuscita a raggiungere il centro di Tivoli per le vetture in sosta selvaggia. Fatto sta che i pompieri sono comunque riusciti a domare le fiamme e ad evitare il peggio: secondo una prima ricostruzione l’ipotesi dell’incendio doloso è da escludere.
Ai militari del maresciallo Torti non è rimasto che stimare i danni, a cominciare da quelli al condominio al civico 5, completamente annerito dalla fuliggine. La temperatura del fuoco ha danneggiato la vetrina del negozio di Antichità di Franco Bencivenga incrinando un cristallo e quella della copisteria di Daniela Valeriani che si è ritrovata anche la saracinesca “abbrustolita” dalle fiamme.
Chi sembra averci rimesso di più è stato però Turi Bonanno, dal 2010 titolare del negozio di orafo di piazza Sabucci: l’artigiano dovrà sostituire il faro, la sirena dell’antifurto e l’impianto elettrico della saracinesca, anch’essa “affumicata” dalle fiamme insieme alla facciata di travertino.
Passata la paura, per i residenti resta l’eterno problema della sosta selvaggia. Tra i due stalli blu e uno per i portatori di handicap lungo il marciapiede e i cinque posti a pagamento a spina di pesce qualche automobilista indisciplinato ci si infila sempre.