Collefiorito – Accusati di abusi su minore vengono assolti dopo 6 anni

Per colpa di quelle accuse infamanti hanno perso l’affetto più caro, la figlioletta strappata all’età di sette anni da quella che per gli assistenti sociali era la “casa degli orrori”. Dal 2006 a oggi Alfredo Giuliani, operaio disoccupato di 65 anni, e la moglie Concetta Filippi, casalinga non vedente di 59, cercano di uscire da un vero e proprio incubo
giudiziario, che gli ha fatto decadere la patria potestà, costringendoli a sei anni di processo penale. Lunedì 22 luglio la coppia di Collefiorito è stata riconosciuta innocente dall’accusa di maltrattamenti sulla figlioletta oggi tredicenne. Il pubblico ministero aveva chiesto il proscioglimento per insufficienza di prove, mentre il giudice Marzia Minutillo Turtur ha accolto la richiesta dell’avvocato Daniele Fabi, difensore dei coniugi Giuliani, riconoscendo la totale estraneità ai fatti contestati e assolvendo entrambe con formula piena perché il fatto non sussiste. La sentenza ha dato ragione al magistrato diventato famoso per il “caso Rignano Flaminio”: la bimba non è mai stata presa a calci dal papà Alfredo, tantomeno frustata con un cordino per “educarla”, né abusata sessualmente col silenzio complice della mamma Concetta: erano tutte supposizioni degli assistenti sociali, messe nero su bianco in una relazione di cinque pagine firmata il 15 luglio del 2007 da un educatore professionale del Centro per la Famiglia dell’Asl Roma G di piazzale degli Anemoni al termine di otto mesi di monitoraggio del nucleo familiare.

Il 28 luglio di sei anni fa il sostituto procuratore per i Minorenni Simonetta Matone chiese l’allontanamento della bimba dai genitori “per i pesantissimi maltrattamenti doviziosamente documentati di cui il Servizio sociale è stato testimone oculare”. Una richiesta che il 2 agosto il presidente del Tribunale minorile Isabella Foschini accolse con un provvedimento di ricovero in una struttura protetta, eseguito il 7 agosto 2007 da assistenti sociali e Polizia.

Da quel momento in poi moglie e marito si ritrovarono “frullati” nell’ingranaggio della giustizia, anche se di testimonianze oculari non ce ne sono mai state: prima le accuse di maltrattamenti e abusi sessuali, quindi la revoca della postestà genitoriale, infine il negato affidamento della piccola al fratello maggiore per incompatibilità e la contestuale dichiarazione di adottabilità. Una battaglia lunga sei anni, affrontata con l’avvocato Fabi al fianco.

Lunedì 22 luglio Alfredo Giuliani e la moglie Concetta Filippi non hanno fatto in tempo a gioire per l’assoluzione che un’altra “tegola” si è abbattuta sulle loro teste: la Cassazione civile ha infatti respinto il ricorso contro la possibilità che la loro figlia abbia un nuovo papà e una nuova mamma.

Il legale annuncia nuovo ricorso per la revocazione dinanzi alla Corte d’Appello alla luce delle motivazioni della sentenza di assoluzione. Un calvario che sembra non avere fine. Alla luce della sentenza di assoluzione le istituzioni dovrebbero attivarsi immediatamente per permettere a Concetta e Alfredo di riabbracciare la loro piccola. Sette anni di lontananza forzata non saranno mai recuperati. La famiglia però dovrebbe essere risarcita per tutti i danni subiti, morali e non solo.

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