E’ giusto lasciare il proprio paese per cercare fortuna altrove? Altroché. “L’unico rimpianto è non essere partito prima”, dice Paolo da Monterotondo, ingegnere. “Certo che è giusto andare dove ci sono più possibilità”, gli fa eco Noemi da Fonte Nuova.
Eccoli i ragazzi del Nordest che hanno deciso di lasciare la propria città. Un numero sempre crescente negli ultimi 5 anni, come dimostrano i dati arrivati da alcuni comuni del territorio sugli iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero a cui è necessario iscriversi se si supera l’anno di permanenza in un altro paese.
Il dato emerge purtroppo nitido: sono sempre di più le persone che emigrano per un periodo non definito di tempo. E sono soprattutto ragazzi. Partono per il Regno Unito, in tanti verso l’Australia, qualcuno alla spicciolata verso il Medio Oriente. Ma se si scorrono i dati degli ultimi 5 anni si vede che, ad un certo punto, è la Germania a imporsi come meta del proprio viaggio in cerca di fortuna. Berlino batte Londra, insomma. La locomotiva tedesca attrae gli stranieri che portano un valore aggiunto. Sono loro, i giovani del Nordest: ingegneri, esperti di moda, informatici, designer. Tutti talenti in fuga in cerca del diritto ad avere un diritto: realizzare i propri sogni.
Claudia, Emiliano, Giulia, Simona e Tullio. Tutti ragazzi, tutti brillanti, tutti all’estero in cerca di un sogno: il diritto ad avere un sogno. E di avere la possibilità di realizzarlo.
L’ex politico eretino che molla tutto schifato e ora fa lo chef da 4mila dollari al mese in Australia; la 25enne che trova l’amore in Canada e diventa modellista di abbigliamento come aveva sempre desiderato.
Chi stringe i denti ed è ancora in cerca di un lavoro. Tante voci, altrettante storie.
Laureata nel 2010 con un 110 tondo tondo, Simona Avagnano, 25 anni originaria di Monterotondo, ora vive a Vancouver, in Canada. “Nel febbraio 2011 sono partita per Londra dove ho vissuto per quattro mesi con l’intento di perfezionare la lingua. In quella circostanza ho conosciuto il mio ragazzo Mark che è canadese, con lui ho deciso di fare il grande passo, andando a vivere a Vancouver nel luglio di quest’anno”.
Nel frattempo Avagnano riesce a specializzarsi come modellista di abbigliamento. “Dopo la specializzazione- racconta ancora Simona – sono stata un anno a mandare curriculum in Italia senza nessuna risposta. Dopo tre giorni che ero arrivata in Canada sono stata assunta come modellista”.
Tullio Galassetti, invece, è un ragazzo di 27 anni originario di Monterotondo e ora vive a Kununurra in Australia. “Mi sono laureato in Comunicazione Politica e Relazioni Pubbliche alla facoltà di Lettere della Lumsa di Roma con 110 e lode”, dice di sé Galassetti. Un altro cervello in fuga, con la sua laurea in tasca.
Il 27enne era stato eletto nel 2009 come consigliere di maggioranza a Monterotondo nell’Italia dei Valori e, subito dopo, era entrato a far parte dello staff dell’allora presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Sembra avviato ad una solida carriera politica. Poi qualcosa nella sua testa è scattato.
“Ho capito, con il tempo, che vivevo in un mondo di gente furba, avvoltoi sociali immersi in un mare di privilegi, chiusi in conventicole ristrette ed affaristiche tendenti esclusivamente al mantenimento del potere e di uno status quo precostituito. Stavo capendo che io stavo diventando come loro, ovvero un politico di vecchio stampo. Ero ciò che ho sempre combattuto, per questo sono andato via nell’aprile 2012”.
Il giovane Tullio lascia Monterotondo senza conoscere bene l’inglese e senza conoscere nessuno nella lontana Australia. “Ho ricominciato daccapo – continua il giovane – contando solo su me stesso. Nel giro di poco tempo ho raggiunto un bel traguardo, ora, infatti, sono uno chef e guadagno mediamente 4.000 dollari al mese”.
Che la realizzazione dei propri sogni non si raggiunga solo attraverso il “pezzo di carta” della laurea lo sa bene anche Giulia Gennari. La ragazza eretina, che appena diplomata all’età di 19 anni, era andata a vivere a Londra; ora ne ha 22 e vive a Sydney in Australia. “Ho provato ad entrare all’università in Italia – sostiene la ragazza Per gli studi universitari, però, ci vogliono i soldi dei genitori e non tutti possono permetterselo. All’estero ho fatto diverse esperienze come cameriera e, poi, finalmente ho raggiunto il mio sogno di diventare bartender”.
La giovane, tuttavia, ha voglia di continuare ad imparare e crescere professionalmente. “Tra i miei prossimi obiettivi- dice Giulia- c’è quello di studiare interior design”.
Uno dei classici motivi per cui si abbandona l’Italia è la mancanza o la perdita di lavoro. E’ quello che è successo a Claudia Penzavecchia, 28enne sarda, ma che ha vissuto a Monterotondo ed ora si è trasferita a Lipsia in Germania. “Ho sempre voluto fare un’esperienza all’estero ma non mi si è mai presentata l’occasione; anche perché ho sempre lavorato e studiato contemporaneamente in Italia. Lo scorso gennaio quando ho perso il lavoro ho deciso di provarci. Io sono una montatrice video però, al momento, faccio vari lavoretti per andare avanti”, spiega Claudia.
Chi, invece, ha deciso di mettere a frutto le proprie conoscenze acquisite all’estero nel nostro Paese è Emiliano Iacomino, eretino 27enne che ha vissuto a Londra per cinque mesi. “Attualmente- spiega Emiliano- dopo la laurea al Dams e gli studi nella scuola privata inglese a Holborn sono in cerca di un lavoro, ma non demordo e sono fiducioso”.
Tutti loro, quotidianamente, devono fare i conti con quello che significhi essere italiani all’estero.
“Quando dico che sono italiana- spiega Simona Avagnano- tutti ammirano la cultura e la bellezza del nostro Paese e di Roma. Alcuni, però, mi dicevano Ah Italiana! Pizza, spaghetti, mandolino, mafia e Berlusconi”.
“In Australia- sostiene Tullio Galassetti- prima di atterrare dall’aereo le hostess spruzzano un disinfettante a chi viene dall’Europa e dall’Asia, perché non ti ritengono igienicamente sicuro per gli standard australiani”.
“Quando dici che vieni da Roma- dichiara Claudia Penzavecchia- alle persone si illuminano gli occhi, anche perché hanno una visione da turista e quindi per loro l’italiano è fortunato perché vive in un posto bellissimo dove c’è sole, buona cucina e ci si veste bene”.
“Londra- conclude Emiliano Iacomino- è la città cosmopolita per eccellenza. Ho fatto amicizie di tutti i tipi e non ho subito discriminazioni perché sono italiano”.
Fare i conti con l’essere italiani. Fare i conti con l’Italia.
“Nel nostro paese- sostiene Simona Avagnano – uno dei problemi è porre uno stipendio minimo garantito che ti consenta di vivere con qualsiasi lavoro. In Canada lo stipendio minimo è di 10,25 dollari l’ora e, lavorando 6-7 ore al giorno, ti garantisce il pane tutti i giorni, l’affitto in centro città ed anche una mini vacanza”.
Iacomino, invece, ritiene la politica responsabile dei molti guai italiani. “Non è difficile- sostiene il giovane- capire che il nostro Paese è governato con i piedi da persone che pensano soltanto ai propri interessi. Basterebbe, ad esempio, rilanciare il turismo e saremmo uno dei Paesi più ricchi al mondo”.
“Il problema- gli fa eco Claudia Penzavecchia- non è il lavoro ma la mentalità ed i problemi cronici che affliggono lo stivale. Al momento non mi va di combattere contro i mulini a vento come ho sempre fatto in Italia”.
(vincenzo perrone)
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