Il primo test era risultato negativo, al secondo erano emerse tracce di droga. Astabilire se l’uomo che ha travolto e ucciso Giosafat Giuseppe Pacifici fosse drogato alla guida dovranno stabilirlo i periti. Giovedì 3 aprile il pubblico ministero Gabriele Iuzzolino, titolare dell’indagine, ha conferito gli incarichi a due consulenti del policlinico “Agostino Gemelli” di Roma: si tratta della tossicologa De Giovanni e della genetista Boschi che hanno sessanta giorni di tempo per depositare le rispettive relazioni in Procura.
Un responso fondamentale per chiarire il giallo sulle condizioni in cui M. S., il 36enne tiburtino conducente del Cotral, viaggiava al volante della sua Renault Clio la mattina di mercoledì 26 marzo sulla Maremmana, visto che agli atti ci sono due provette di urine, una in cui è risultato pulito, l’altra in cui sono emerse tracce di sostanze oppiacee.
La prima consulente dovrà accertare che tipo di stupefacente il 36enne abbia assunto e – se è possibile – quando. Alla seconda perita, invece, spetta estrapolare i Dna contenuti nelle due provette. Perché due provette? Semplice. In pronto soccorso M. S., dopo aver inizialmente tergiversato coi medici per sottrarsi al test, si era deciso a consegnare il “pappagallo” solo al ritorno dal reparto di Radiologia dove nel frattempo era stato sottoposto agli accertamenti.
Una “mossa” che aveva insospettito prima il personale sanitario poi gli agenti della Polizia stradale che avevano nutrito dubbi sul suo stato di alterazione al primo sguardo dopo lo scontro mortale. Tant’è che, una volta messo il catetere, gli investigatori erano riusciti ad ottenere un nuovo campione di urine, risultate positive. Per questo M. S. ora deve rispondere di omicidio colposo aggravato dalla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, inoltre gli è stata sequestrata la patente sia per essersi messo al volante drogato che per aver viaggiato contromano causando l’incidente mortale.
“Abbiamo piena fiducia nell’operato della Procura e nell’alta professionalità dei consulenti”, commentano gli avvocati Ludovica Ludovici e Antonio Todero, rispettivamente legali delle figlie di Pacifici, Daniela e Alessandra, 50 e 49 anni, e della vedova Giuseppina Liberati, di 72.
“La famiglia – aggiungono gli avvocati – è affranta dalla perdita del loro congiunto e spera che la patente venga definitivamente ritirata all’indagato affinché non possa più commettere reati simili”.
(ma. sa.)