Ponte di Nona – Risveglio alla diossina: ferro e rame bruciati nel campo rom

L’incendio è divampato all’interno di un capannone, centro polivalente che si trova dentro  l’insediamento. Come riferisce Di Maggio, raggiunto al telefono, “è stato utilizzato per i roghi anche in precedenza, sono infatti presenti molti materiali residui di ferro e rame”.

Nelle scorse settimana il gruppo Spe e la polizia di stato ha eseguito diversi interventi sia al campo nomani di via Salone che in quello, poco lontano, di via Salviati. Una grossa e lunga operazione nata dalle indagini contro il sistema di smaltimento illecito di rifiuti che gravita intorno ai campi rom. Sequestrati conti “d’oro”, dai 20mila ai 50mila euro, e sgomberate le famiglie che oltre ad avere queste risorse (su cui ancora si indaga per stabilirne la provenienza), dimoravano all’interno dei villaggi attrezzati in maniera totalmente abusiva. “Ieri un vigile è stato aggredito da queste famiglie sotto sbombero”, racconta Di Maggio, ad indicare quanto l’aria attualmente sia tesa.

E malgrado l’impegno, e le promesse, fatte anche dalla delegata alla Sicurezza di Roma Capitale, Rossella Matarazzo, tutte le operazioni di contrasto messe in campo per arginare il problema, sono fallite. Prima su tutto l’idea di mettere un presidio fisso dei vigili urbani nei pressi del campo per vigilare e contrastare comportamenti ritenuti “sospetti”. La Materazzo ha continuato a sostenere quanto fosse possibile e “operativa”. Ogni volta però smentita proprio dal vice comandante del gruppo Spe, su cui ha sempre ribadito “l’impossibilità in termini di risorse umane ed economiche”. Il comitato di quartiere attende di essere nuovamente ricevuto per fare il punto della situazione. Ma l’incontro, fissato per il 22 ottobre è stato rinviato a martedì 28. Sperando che sia la volta buona.

Un fallimento. E questo è evidente dalla quantità e frequenza che ormai questi roghi tossici hanno. Di giorno come di notte. Ora anche all’alba.

Veronica Altimari

 

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