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Sotto la minaccia della pistola, avrebbe costretto il gioielliere ad aprire la porta al complice, Roberto Trione. Ma Fornari non ha voluto aprire la cassaforte, ha reagito, ha attivato il sistema anti rapina e a quel punto sarebbe nata una colluttazione. Così la pistola sarebbe scivolata dalle mani del rapinatore e un colpo partito accidentalmente lo ha ferito.
Anche in quell’occasione, il bandito prese di mira un laboratorio orafo dove all’interno c’erano il titolare sordomuto, due commesse e un bimbo di quattro mesi, figlio di una delle due. Pure in quel caso un collaboratore del gioielliere reagì, durante la colluttazione partì un colpo accidentalmente, e Cardinale restò ferito al volto. In pratica si sparò da solo. Insanguinato fuggì, prima su uno scooter condotto da un complice che lo abbandonò sull’ asfalto di via IV novembre a due passi dalla prefettura. A quel punto il bandito tentò di salire su un taxi ma i carabinieri, dopo un inseguimento rocambolesco, riuscirono a catturarlo.
Ora Cristian Cardinale e Roberto Trione sono a Rebibbia, accusati di rapina aggravata, porto abusivo d’arma, sequestro di persona e ricettazione.
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