A Palombara Sabina e non solo oggi si festeggia San Biagio. Il santo, nato in Armenia dove imperversa la persecuzione scatenata da Diocleziano e proseguita dal preside Agricola, viene cercato con ossessione per il per il suo zelo religioso. Biagio, però, abilmente si nasconde all’interno di una caverna del monte Argeo vivendo di preghiere e di quello che trova. L’incessante caccia porta alla cattura del religioso per, poi, condurlo dal preside. Il tragitto dal monte alla città è un trionfo, il popolo lo saluta festante e fra la folla trova spazio una povera donna che tiene il suo bambino moribondo sulle sue braccia e scongiura con molte lacrime il Santo a chiedere a Dio la guarigione. Una spina di pesce è nella gola del piccolo. Biagio, mosso da una forte compassione per quel bimbo, solleva gli occhi al cielo e compie sul sofferente il segno della croce. La persecuzione si concretizza con una serie di torture per il Devoto, fino a raggiungere la decapitazione. Nei secoli successivi trova spazio una leggenda popolare. Una donna, poco prima di Natale, si reca da un Frate di nome Desiderio per fare benedire il panettone che ha preparato per la sua famiglia. Il frate, avendo poco tempo a disposizione, le chiede di lasciare il dolce per tornare dopo qualche giorno. Solo dopo Natale, però, il prelato si accorge di avere ancora il panettone, del quale si era completamente dimenticato e lo mangia. Il 3 febbraio la donna, però, si presenta dal frate per avere indietro il suo panettone benedetto. Frate Desiderio, dispiaciuto per averlo già mangiato, si reca comunque a prendere il recipiente vuoto da restituire alla donna. E qui la meravigliosa scoperta: c’è un panettone grande per due volte quello che gli era stato lasciato a Natale. Un miracolo avvenuto proprio nel giorno di San Biagio, protettore della gola.
A Palombara Sabina è il giorno di San Biagio
La vocazione, la fede, il martirio e la singolare storia del panettone
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