Pinocchio e il nord est

Dopo aver sottratto il ruolo a Toni Servillo, Roberto Benigni è tornato sul grande schermo, sei anni dopo l’ultima volta con Woody Allen in To Rome with love.

È noto lo straordinario feeling fra l’antica Tibur e il mondo del cinema non solo internazionale. Federico Fellini, Mel Gibson, Woody Allen e Carlo Verdone sono alcuni noti registi che hanno “girato” sul territorio tiburtino. Fra i registi italiani uno degli ultimi a scegliere il nord est è stato Matteo Garrone, che ha riproposto nel 2019 un grande classico: Pinocchio, storia immortale scritta da Carlo Collodi. Alcune scene del film (ha ricevuto ben quindici candidature all’edizione 2020 dei David di Donatello, vincendo in cinque categorie: Miglior scenografo, Miglior truccatore, Miglior costumista, Miglior acconciatore e Migliori effetti speciali visivi), sono state girate in importanti location del territorio dell’Aniene. La pellicola in questione è stata anticipata da un “giallo” collegato all’attore chiamato ad interpretare Geppetto. In un primo momento viene annunciato dalla produzione che Toni Servillo è stato scelto per essere il padre di Pinocchio. Dopo diversi mesi qualcosa cambia perché ad interpretare il falegname creato da  Carlo Collodi è Roberto Benigni. Rammentiamo che l’attore toscano aveva interpretato Pinocchio, in un precedente adattamento diretto da lui stesso. E’ toccato, quindi, al premio Oscar italiano vestire i panni indossati da Giuffré e Manfredi. Dopo aver sottratto il ruolo a Toni Servillo, Roberto Benigni è tornato sul grande schermo sei anni dopo l’ultima apparizione con Woody Allen in To Rome with love.

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