Monterotondo – C’era una volta una ciclabile…

La lettera di un nostro lettore

“C’era una volta una ciclabile…

Ho 64 anni e la corsa, salvo brevi parentesi, è stata il mio unico sport negli ultimi 54. Ho corso in ogni luogo mi sia ritrovato a vivere e a lavorare, per scelta o per necessità. Perfino in vacanza: un paio di scarpette ai piedi e via, dapprima abbastanza velocemente poi col passare degli anni inevitabilmente a ritmi meno serrati. E comunque sempre cercando di godere appieno del benessere psicofisico che una regolare attività motoria riesce a darti: la corsa in particolare perché mette in circolo, nel tuo organismo, quelle endorfine (una sorta di antidepressivo naturale) che ti fanno vedere il mondo molto meglio di quello che realmente è.
Finora almeno è stato “quasi” sempre così. Ultimamente invece non lo è “quasi” più. E la colpa è della pista ciclo-pedonale di Monterotondo, o per meglio dire, di alcuni, troppi, di quelli che la frequentano. Non ci giro troppo intorno: ce l’ho con quelle decine di pseudo sportivi che scorrazzano sulla pista incuranti delle legittime prerogative di tutti gli altri.

Si è mai vista una pista ciclo-pedonale e quindi rivolta a ciclisti e podisti, invasa dai cani e dai rispettivi padroni al seguito, spesso senza guinzaglio e sempre senza museruola? Beh, a Monterotondo si: ora la pista, col beneplacito dell’amministrazione comunale è diventata ciclo-pedonale-canabile. E pazienza se un ciclista si imbatte nel guinzaglio allungato a dismisura e finisce muso a terra; oppure se un molosso ringhioso si avventa sui polpacci indifesi del corridore di passaggio: il Comune ha addirittura messo dei cestini per raccogliere le “deiezioni canine” (così c’è scritto), ma poco importa se poi ci scivoli sopra la cacca di cane e vai lungo disteso. È la prassi ormai nel mio e in molti altri paesi: se non hai un cane al seguito (e aggiungo, pure se non hai un suv puzzolente: che strano, più le strade si restringono e mancano i parcheggi, e più le macchine si allungano…ma questa è un’altra storia!) non sei nessuno, sei solo uno sfigato, quasi uno da evitare come la peste.

E a proposito di peste, tanto per rimanere in tema va sottolineato come i lunghi mesi di pandemia da Covid-19 abbiano purtroppo ulteriormente evidenziato e rese macroscopiche le già notevoli carenze nell’educazione etico-socio-sportiva delle nuove generazioni eretine. Beh, che i ragazzi siano alquanto restii a seguire le più civili norme di comportamento è più che risaputo e chi è senza peccato eccetera eccetera. Ma non trovo giustificazioni al comportamento di frotte di giovani, diciamo tra i dodici e i vent’anni o giù di li, che incuranti delle raccomandazioni e degli inviti di genitori e autorità si radunano a gruppi di svariate decine nei pressi del Mc Donald’s e del parcheggio del vicino centro commerciale senza mascherina a far finta di far ginnastica. Se ne incontrano pure a squadroni nelle due o tre isole –palestre poste lungo la pista, intenti ad alternare finte flessioni e sgangherati esercizi addominali a meglio riusciti “esercizi da rimorchio”, ma forse ormai ho dimenticato i miei quindici anni e le cazzate che anch’io facevo allora.

Ma una cosa è certa: non ho mai risposto a brutto muso né tantomeno preso in giro un adulto che, in maniera gentile, mi avesse chiesto permesso: e invece in questi giorni a me è successo più di una volta. L’adulto (il vecchietto?) sono io ovviamente e se mentre sto correndo sempre su quell’affollata pista ciclo-pedo-canabile mi imbatto di continuo in eserciti di spensierati e baldanzosi ragazzi/e che invadono tutta la sede corribile, beh, educatamente nel chiedere permesso ricordo loro che non dovrebbero ammassarsi, ma occupare soltanto la parte destra della pista in modo da permettere il passaggio a tutti gli altri che sopraggiungono e, se non è troppo compromettente ai loro occhi così fintamente ingenui, magari indossare anche la mascherina, dal momento che stanno praticamente appiccicati gli uni altri altri.
Sapete come finisce più o meno regolarmente: per uno/a che mi da ascolto, altri 20 mi mandano elegantemente a quel paese…e io ci andrei volentieri se lì trovassi gente più educata che a Monterotondo.”

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