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Buongiorno Tiburno #5 del 20 aprile 2021. Il progetto Superlega, l'Europa alla guerra del calcio.

 

Il progetto Superlega, l’Europa alla guerra del calcio.

La Repubblica, in prima pagina, titola: “L’Uefa minaccia l’esclusione immediata dalle coppe dei 12 club scissionisti. La Lega di A chiede l’estromissione di Juve, Inter e Milan dal campionato. La Francia: “Una direttiva Ue per bloccare l’operazione.

Draghi: “Preservare merito e solidarietà”. E lavora alla mediazione.

Nelle pagine interne, il giornale scrive: “Boris Johnson minaccia di sfoderare la legge sulla concorrenza per bloccare le sei squadre che hanno aderito alla Superlega. L’Eliseo pensa a una direttiva europea per sostenere l’Uefa nelle sanzioni contro i dissidenti, adottando una modifica al diritto comunitario. Non sembra questa, al momento, l’intenzione del governo italiano”.

“Il calcio di Perez, Agnelli, Glazer la rivoluzione dopo le vittorie”, la Repubblica traccia i profili dei tre imprenditori decisi a non fermarsi ai traguardi di Real Madrid, Manchester United e Juventus.

“Superlega, l’Italia fa muro”, questa l’apertura del Corriere della Sera. Governo e opposizioni per una volta compatti. Anche la Ue e Londra si oppongono.

Draghi contro la Superlega, voluta da 12 tra i club più ricchi, a discapito delle altre squadre. Un nuovo campionato a 20 squadre cui si accede non per meriti sportivi, ma in base al peso economico. L’idea era nata a settembre del 2020 con il progetto di una Media Company da 1,7 miliardi, con l’appoggio di Inter e Juve.

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Che cos’è la Superlega

Un torneo a cui partecipa il gotha del calcio: club scelti in base al fatturato, al numero dei tifosi e al blasone. Il format prevede 20 squadre totali.

Chi partecipa

Sono 12 i club che hanno ufficializzato di aver stipulato l’accordo per la creazione della nuova competizione. Sei sono inglesi (Arsenal, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Tottenham, Chelsea), tre spagnoli (Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona) e tre italiani, Juventus, Inter e Milan. Si annuncia l’ingresso di altri tre club prima dell’inizio. Interlocuzioni e contatti sono in corso anche con quelle società come Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Psg che finora hanno declinato l’invito.

Perché è nato il progetto

In cantiere da decenni, è diventato concreto a causa della crisi economica. La contrazione dei ricavi post Covid ha accelerato il progetto

Perché il progetto è inviso a parecchi club

Con la banca Jp Morgan pronta a versare 3,5 miliardi nelle casse dei club fondatori, si aprirebbe in maniera drammatica la forbice fra la forza economica delle società ricche che diventeranno ancora più ricche e le altre squadre.

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Quando prenderà il via la nuova competizione

Nel documento non c’è una data certa. Si ipotizza nell’agosto del 2022.

Per i 15 fondatori (12 al momento) sul piatto ci sono 350 milioni. Chi aderisce non può uscire per 23 anni, pena la restituzione delle somme ricevute.

Diritti tv e sponsor per i dodici club un affare miliardario

 “Dall’accordo deriverebbero fatturati certi e garantiti. E le borse fanno festa”, scrive il Messaggero.

Oltre al finanziamento iniziale da 3,5 miliardi messo a disposizione dalla banca americana JP-Morgan, esiste il progetto di investire negli stadi e nei ristori.  Il prestito, come riporta La Repubblica, dovrà essere ripagato in 23 anni attraverso i futuri flussi di ricavi generati dalla vendita dei diritti di trasmissione delle partite di calcio alle Tv o alle piattaforme streaming.

Venerdì prossimo, scrive il Corriere, l’Uefa vota l’esclusione dei club ribelli dalle Coppe.

Reazioni del mondo del calcio

Secondo Marco Tardelli, ex campione del mondo, si ratta di un’operazione di solo business. Senza meritocrazia, scrive il messaggero, si uccide lo sport. I club cercano soldi ma fanno solo debiti. Anche Roma e Lazio sono lealiste e si allineano alle istituzioni.

 

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