Oggi li utilizziamo tutti e, in molti contesti, fanno intuire un tipo di stato d’animo: gli emoji nascono alla fine degli anni ’90 in Giappone. Apparsi come dei piccoli grafici all’interno di SMS e mail, la parola che li definisce (絵文字) e unisce i termini “immagine”, “scrittura” e “carattere” descrivendo essenzialmente la loro componente visiva.
Il boom dell’utilizzo delle emoji arriva nel 17 luglio 2011, data in cui la Apple li ha inseriti all’interno dei propri dispositivi iOS: è proprio in questa ricorrenza che viene celebrato il World Emoji Day.
Nel maggio 2016, vengono introdotti 67 nuovi emoji, alcuni dei quali suscitarono scalpore: coltello, bomba e fucile (quest’ultimo introdotto a rappresentanza del tiro a volo in occasione degli imminenti giochi olimpici). Anche se poi arrivò la notizia del consorzio Unicode, che annunciò che tra le emoji di nuova generazione non sarebbe apparso il fucile da caccia (il meno peggio, insomma). Dalla data in questione sono passati anni e aggiornamenti: quello più chiaro agli occhi di tutti è quello dell’aggiunta di colori e faccine attorno al semplice simbolo grafico, cui poi è seguita la possibilità di personalizzare gli emoji utilizzando dei diversi colori della pelle. P