Qualcuno subì danni sostenibili, ma molti persero quasi tutto sotto un mare di acqua e fango ricevendo in cambio il “contentino” da parte delle amministrazioni pubbliche interessate dall’evento. Bazzecole in confronto ad attività e posti di lavoro irrimediabilmente compromessi. Per questo, a distanza di sei anni, 15 aziende di Ponte Lucano hanno citato in giudizio il Comune di Tivoli e la Regione Lazio chiedendo un risarcimento record da due milioni 902 mila 504 euro per l’esondazione del Fosso di San Vittorino avvenuto il 14 ottobre del 2015.
Un’alluvione senza precedenti che sommerse di acqua, fango e detriti dodici abitazioni e diciannove aziende sparse tra l’area industriale, artigianale e commerciale di via Maremmana Inferiore e Villaggio Adriano. A dirimere il contenzioso sarà il giudice civile Caterina Liberati davanti al quale il 30 novembre verrà celebrata la prima udienza in cui le avvocature degli enti pubblici si fronteggeranno coi legali delle imprese, gli avvocati Erminio Colazingari, Francesco Fratini e Francesca Romana Frattini.