Tivoli – Indagine per gli sberleffi web sui vigili, il Comune si schiera con la Municipale

Ai caschi bianchi “frasi incitanti all'odio e penalmente perseguibili”

Premesso che alla polizia locale sono state rivolte “frasi ingiuriose e incitanti all’odio”, non è compito dell’amministrazione comunale entrare nel merito dell’indagine aperte sulle offese social diffuse dopo il danneggiamento dell’arco di San Martino. E’ questa la posizione di Palazzo San Bernardino. “In merito alle polemiche sollevate sui propri profili Facebook” precisano dal Comune di Tivoli, “da parte di alcuni cittadini tiburtini e relative all’operato della polizia locale di Tivoli intervenuta lunedì mattina per un incidente che ha danneggiato l’arco di travertino su ponte San Martino, l’amministrazione comunale intende precisare alcuni aspetti, senza entrare – come la legge prevede – nel merito delle decisioni adottate dal comando”.

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“In alcuni dei post e commenti più aggressivi diffusi su Facebook”, prosegue il comunicato, “la polizia locale viene accusata di voler intervenire sul diritto di libertà di espressione e di opinione di alcuni cittadini. Si precisa che in questo caso sono state rivolte al corpo della polizia locale frasi ingiuriose e incitanti all’odio. Si precisa, inoltre, che l’indagine per la quale la polizia locale – a quanto si apprende – sta escutendo alcuni cittadini e che è diventata bersaglio della polemica social, è svolta in piena indipendenza, come da obbligo di legge, da un organo di polizia giudiziaria (la polizia locale appunto) che, in quanto tale, non può essere assolutamente oggetto di direttive provenienti dal governo cittadino, nei confronti del quale il corpo è tenuto, nella fattispecie, a osservare il più assoluto riserbo preventivo e generale. Nessuna volontà, dunque, di “mettere il bavaglio” alle opinioni dei cittadini. L’amministrazione comunale ritiene di non poter entrare nel merito di un procedimento d’indagine giudiziaria che riguarda fatti potenzialmente punibili dal codice penale italiano”.

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