Secondo le tre sigle sindacali è inaccettabile che numerose strutture sanitarie accreditate con la Regione Lazio rinviino i pagamenti degli stipendi scaricando sui lavoratori le problematiche legate al blocco informatico della Regione Lazio che ha rallentato la certificazione delle fatture e i relativi pagamenti a favore delle stesse.
La loro proposta è quella di “togliere l’accreditamento a chi non rispetta le regole, non corrisponde i salari e utilizza i lavoratori per scaricare su di loro il rischio d’impresa”.
“Le note vicende di hackeraggio dei sistemi informatici della Regione Lazio hanno causato dei rallentamenti delle procedure di certificazione delle fatture che consentono il pagamento delle prestazioni erogate in nome e per conto del servizio sanitario regionale e che gli imprenditori di queste strutture sanitarie hanno immediatamente utilizzato per scaricare il loro rischio d’impresa direttamente sulle spalle dei lavoratori sospendendo o rinviando il pagamento delle retribuzioni stipendiali. Si tratta di infermieri e di personale sanitario che senza mai interrompere il proprio lavoro ha assicurato e continua ad assicurare le cure a chi ne ha bisogno ed è stato baluardo irrinunciabile nella lotta alla pandemia.”-così i tre sindacati.
“È inaccettabile che chi accreditandosi con il sistema pubblico, che i dati dei bilanci dei grandi gruppi della sanità privata indicano come un’attività che non subisce crisi e che aumenta i ricavi, svolgendo tra l’altro un’attività imprenditoriale in un sistema protetto quale quello pubblico, non venga chiamato dalla Regione Lazio a svolgere i propri compiti istituzionali assumendosi le responsabilità proprie di chi fa impresa ad iniziare dalla corretta e puntuale erogazione delle spettanze stipendiali”.
“La Regione è chiamata ad intervenire tempestivamente per sanzionare chi non rispetta le regole dell’accreditamento!
In troppe strutture sanitarie private del Lazio si verificano attacchi ai danni di chi ogni giorno è in prima linea per la salute delle persone. Accordi pirata, disapplicazione dei ccnl, discriminazioni, vessazioni, turni e carichi di lavoro moltiplicati sono una vergogna che dobbiamo cancellare. Nella sanità accreditata come nelle Rsa, dove i lavoratori attendono da 9 anni un contratto degno di questo nome”, rimarcano i segretari regionali di categoria”.
“La nostra azione non si fermerà mai- fino a quando dumping, sfruttamento e pratiche opache non saranno debellate e ricorreremo ad ogni azione , anche legale, per ripristinare la legalità e i diritti dei lavoratori”.
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