Massimo rischio epidemiologico. Il colore scelto nelle mappe per evidenziare i caratteri della diffusione del virus è il rosso scuro.
E l’Italia è rosso scura. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) legge i numeri e colora come fanno i bambini, dentro gli spazi delimitati dai confini nazionali, i colori che indicano meglio il grado di allarme. E non si degna di chiedere se corrisponde per tutte le regioni d’Italia questa descrizione a tinte così cupe. Anche se la Sardegna non vive gli stessi problemi del resto del paese è rosso scura. Legge dei grandi numeri con la quale si applicano anche i grandi colori.
Del resto, rosso scuro è il resto d’Europa Occidentale e Meridionale, la Scandinavia, i paesi Baltici e buona parte dell’Europa Centro Orientale.
Il rosso si fa poco più chiaro solo per la Romania, l’Ungheria e la Polonia, almeno in parte. Gialli e verdi non ce ne sono.
Il tutto senza un accenno autocritico da parte della nostra classe di governo, attuale e immediatamente precedente. La Svezia, ad esempio, famosa per aver inizialmente abbracciato la misura più libertaria – quella cioè di non porre alcun divieto – ora facendo i conti con un numero crescente di casi di Covid, attraverso il re, fa autocritica “sul Covid abbiamo sbagliato”. Nulla a confronto con l’atteggiamento perdurato dalle nostre parti in cui si continua a sostenere la posizione del tipo: “non disturbate il conducente”.
Ma osservando gli andamenti della tendenza per cui questo virus, in questa ultima ondata, presentandosi prepotentemente in Inghilterra si è espanso nel nord d’Europa per poi scendere sempre più a sud, vediamo una coerenza nella diffusione a cui ben poco hanno potuto le metodiche dei diversi governi in Europa.
È il momento in cui deve essere presa in considerazione l’idea che questo virus ha avuto una sua nascita, crescita, trasformazione e declino nella diffusione con meno guai per le vite umane. E noi non possiamo farci proprio niente se non usare solo e semplici accortezze. Mascherine, distanze, astenerci dalla diffusione dei contatti…