Forse è giusto chiamare questa infezione Omicron. E trattarla come una cosa nuova. Ebbene, la sua estensione sociale è tale da far perdere senso alla decifrazione delle proporzioni di questa diffusione, anche perché nella stragrande maggioranza di casi si mostra come inoffensiva. O non si mostra affatto.
Oramai i trattamenti ospedalieri hanno già preso la misura davanti a questa nuova realtà. I pazienti vengono divisi in tre categorie: 1) affetti da malattia da Covid a vari livelli di gravità; 2) malati di altre malattie; 3) pazienti che entrano come malati di altre malattie ma che si scoprono positivi al Covid.
A tracciare questa nomenclatura è una ricerca di Artemisia Lab. In questa ultima manifestazione pandemica il 67% delle persone risultate positive al test sono asintomatiche. Quindi può succedere loro di doversi ricoverare in ospedale per tutt’altra patologia e lì scoprire di essere positivi al Covid.
Nel caso specifico di Omicron coloro che hanno sintomi severi vengono classificati appena al 2%. Questo però non deve rasserenare perché se la percentuale rimane intatta forma un grande numero in termini assoluti di numeri di malati. Tutti gli altri hanno sintomi lievi: febbre, spossatezza, mal gola e raffreddore.
(Al momento il Lazio è al quinto posto tra le regioni che hanno casi positivi).