Tutta l’attenzione rivolta sul ministero della Salute per l’annullamento della loro circolare. In effetti la previsione della ‘vigilante attesa’ per la somministrazione di fans, paracetamolo e l’indicazione di non utilizzare tutti i farmaci ritenuti utili dai medici di famiglia, consisteva in una linea regolativa di autotutela per il medico – l’argomentazione del ministero della Salute.
E il Tribunale amministrativo regionale del Lazio accoglie l’obiezione mettendola in cantiere nei suoi giudizi sospesi. …“La validità giuridica di tali prescrizioni, è onere imprescindibile di ogni sanitario affinché agisca secondo scienza e coscienza” – la spiegazione della linea guida emessa dal ministero.
La prescrizione di Aifa, come mutuata dal ministero della Salute, contrasta, pertanto, con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professione, imponendo, anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto con la malattia Covid 19 come avviene per ogni attività terapeutica”.
Ma c’è anche l’argomentazione avversa: la circolare Aifa assunta dal ministero della Salute impone ai medici scelte vincolanti, si pone quindi in contrasto con l’attività del medico che deve scegliere ogni volta secondo scienza e coscienza.
In questo bailamme c’è la categoria dei medici di famiglia che nel sistema sanitario rischia di essere stritolata da due masse opposte: i pazienti in ansia per le loro sorti e il blocco granitico delle ragion di Stato. E ciascuna delle due soluzioni – libertà di professare l’attività da parte del medico e azione regolativa dello Stato che deve dare certezze – appaiono deboli.
È il sistema sanitario nel complesso che va riformato, i medici di medicina generale non possono essere lasciati da soli.