Situato al confine con la Bassa Sabina l’ultimo comune in provincia di Roma deve il nome alla prima torre di osservazione costruita nel VIII secolo, per difendere la popolazione. Le caratteristiche difensive hanno accompagnato il comune laziale, che nel corso dei secoli è cresciuto in estensione grazie alle varie famiglie che si sono avvicendate alla guida del paese. Mentre a Legnano l’imperatore Federico Barbarossa è costretto alla resa dalle truppe della Lega Lombarda, Torrita prende sempre più la fisionomia di una fortezza con annesso borgo. Ad occuparsi dello sviluppo urbano di Torrita Tiberina sono principalmente due nobili famiglie: Orsini e Melchiorri, mentre a restaurare Palazzo Baronale è la famiglia De Gregorio. E’ sempre la famiglia dei marchesi a costruire la strada che dal paese conduceva al “Porto del Carbone” sul fiume Tevere. Proprio quando in Crimea scoppia la guerra fra Russia e Turchia, siamo nel 1853, il principe Alessandro Torlonia acquista il feudo di Torrita per 48.000 scudi. Il nobile in questione è anche ricordato per aver bonificato il territorio della Marsica, prosciugando il Fucino.
FGI
Quando il principe compra Torrita Tiberina
Ad occuparsi dello sviluppo urbano di Torrita Tiberina sono principalmente due nobili famiglie: Orsini e Melchiorri.
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