La conferma di Sergio Mattarella è stata un’ulteriore affermazione delle due squadre effettivamente in campo nel nostro panorama politico: i laici e i cattolici. Possono cambiare le configurazioni di partito, i nomi dei leader, ma identici negli anni sono gli architravi sui quali poggia la forza decisionale del nostro paese.
Ciascuno ha avuto il suo. E’ come se grazie a questo pareggio una squadra vince il campionato e l’altra guadagna in modo insperato la Coppa dei Campioni.
Il mondo laico, quello delle grandi opzioni aventi un peso nei mercati, ha ottenuto ciò a cui più aspira: la stabilità affinché non si abbassi la credibilità del paese e con lei l’affidabilità che il mondo finanziario dà all’Italia e al suo debito. Il mondo cattolico, che tramuta la proiezione di fede in ideologia dello Stato, si riconosce nell’affermazione del primato della politica e nella sua capacità di trovare mediazioni anche nelle condizioni più critiche.
Gli unici che non sono entrati in queste due culture sono i padani della Lega. Franata con la loro azione la volontà di potenza insita nell’espressione politica più ampia che hanno avuto la pretesa di rappresentare. Prima, proponendo una terna senza crederci, poi gettando in volo senza paracadute la presidente del Senato, in fine inventandosi la Belloni per insistenza sull’ipotesi femminile in Quirinale. Tutte ipotesi bocciate anche dai propri parlamentari.
Questa annunciata quadratura del cerchio evidenza oramai la tendenza irrinunciabile nel nostro parlamentarismo. Il ritorno al proporzionale dove ciascuno conta i suoi voti nelle camere rappresentative e poi ha la libertà di formare maggioranze specifiche alla situazione data.
Si decreta lo scioglimento del centro-destra che non esiste più come entità politica ipotetica. Potrà essere una formula per amministrazioni locali o anche un governo per il paese, ma utilizzando la contingente opportunità, non potrà mai rappresentare una formula politica a sé.
Ed in un sistema proporzionale la lezione la capiscono bene gli ex democristiani del Pd che soli possono essere gli eredi della Balena Bianca assumendo in sé i rivoli dei tanti gruppi sparsi di cultura laica o cattolica, ma comunque afferenti alla stessa proiezione centrista.
Ci si chiederà: è stato un bene per il paese? Sì, lo è stato. Ma nella proiezione di far diventare lo stato di cose a cui si è arrivati come la base di un quadro politico in grado di dare stabilità, nella contemporanea capacità di dare innovazione e promuovere il merito. IN questo lavoro forze laiche e cattoliche dovranno continuare a lavorare, cooperare, scontrarsi e ritrovarsi.